Natura, storia, tempo. Le frontiere di Neri
Da "La Lettura - Corriere della Sera", Roberto Galaverni su "Non ci saremmo più rivisti" di Giampiero Neri
«Il lettore che incontri per la prima volta una poesia di Giampiero Neri non può non provare un certo straniamento. Sia nei versi sia nelle poesie in prosa, infatti, non riconoscerà praticamente nulla di tutto ciò che una tradizione ormai di lungo corso rende in qualche misura prevedibile: pathos lirico, giochi di parole, oltranza espressiva, effetti sonori e semantici, oscurità, profondità.
Nel suo caso, semmai, le cose sembrano funzionare al contrario, perché la sorpresa non deriva qui da ciò che
non si capisce, bensì dalla perspicuità davvero inusuale del dettato poetico, dalla chiarezza refertuale, che è tale e tanta da generare un'ambiguità di ritorno, una specie di vertigine o di ultimo segreto».
«Il lettore che incontri per la prima volta una poesia di Giampiero Neri non può non provare un certo straniamento. Sia nei versi sia nelle poesie in prosa, infatti, non riconoscerà praticamente nulla di tutto ciò che una tradizione ormai di lungo corso rende in qualche misura prevedibile: pathos lirico, giochi di parole, oltranza espressiva, effetti sonori e semantici, oscurità, profondità.
Nel suo caso, semmai, le cose sembrano funzionare al contrario, perché la sorpresa non deriva qui da ciò che
non si capisce, bensì dalla perspicuità davvero inusuale del dettato poetico, dalla chiarezza refertuale, che è tale e tanta da generare un'ambiguità di ritorno, una specie di vertigine o di ultimo segreto».
Non ci saremmo più rivisti
Antologia personale
di Giampiero Neri
editore: Interlinea
pagine: 80
«Non ci saremmo più rivisti» è il refrain di molti testi di Giampiero Neri, testimonianza del distacco irreparabile che il destino impone nel rapporto tra le persone. Arrivato ai novant’anni, il poeta compone, nello specchio degli angoli di Milano e delle forme della natura, un’antologia personale, impreziosita da autografi e inediti tratti dai suoi quaderni: pagine «di silenzi carichi d’attesa, di ferite insanabili e di inesauribile ricerca del vero».
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