Da 25 anni l'albero di Natale di Interlinea Edizioni brilla dei titoli da collezione di "Nativitas" tra arte, letteratura e tradizioni con i libri di narrativa, picoli libri d'arte, titoli sulla spiritualità e saggistica.
«Un'idea nata quasi per gioco 25 anni fa - racconta l'editore Roberto Cicala - dalle conversazioni con il grande classicista e traduttore Carlo Carena. Come costruire una collezione editoriale dedicata alla cultura del Natale? Abbiamo cominciato a tradurre dei classici e a lavorare sugli elementi fondanti del Natale nella letteratura e nell'arte: il valore del messaggio religioso del 25 dicembre, l'attenzione alla tradizione con l'idea dell'innovazione».
In parallelo la collana per ragazzi "Le rane" di interlinea ha creato "Le rane piccole", storie natalizie dedicate ai bambini, connesse all'iniziativa "Premio Storia di Natale".
Alcuni tra i primi titoli di di "Nativitas" erano Giovannino Guareschi La favola di Natale, Nino Milani, Tre arance di Natale, Albrecht Dürer, La Natività, Sebastiano Vassalli, Il robot di Natale e altri racconti, Giorgio Simonelli, Cinema a Natale. Da Renoir ai Vanzina, Guido Gozzano, La pecorina di gesso, Luigi Pirandello, Sogno di Natale, L’ombra della stella. Il Natale dei poeti d’oggi, a cura di G. Tesio, Arthur Conan Doyle, Il caso dell’oca di Natale, Beatrix Potter, Il sarto di Gloucester. Fiaba di Natale, Giacomo Leopardi, Scrivimi se mi vuoi bene. Lettere e pagine fra Natale e l’anno nuovo, Walter Fochesato, Le pubblicità di Natale che hanno fatto epoca e Il campanile scocca la mezzanotte santa, Marc Chagall, Sogno di una notte di Natale, Giovanni Orelli, Pane per Natale. Racconti e molti altri
Gli ultimi titoli dalla collana sono i racconti ironici delle Vite da presepe di Andrea Kerbaker, le Natività di Leonardo da Vinci, a cura di Alessandro Rovetta, e La prima messa di mezzanotte in tv del giornalista RAI tv Luciano Luisi. Non mancano le attese riedizioni di Natale in poesia, a cura di Roberto Cicala e Luciano Erba, il capolavoro di Charles Dickens Un canto di Natale, con illustrazioni di Leech e introduzione di Walter Fochesato e Storia di uno schiaccianoci di Alexandre Dumas, con illustrazioni di Bertall e traduzioni di Marina Vaggi. E poi "Le rane piccole" per i piccoli due riedizioni: la commovente storia dell' Abete di Hans Christian Andersen, con illustrazioni di Antonio Ferrara e, in vista dell'Epifania, Il nuovo manuale della Befana di Anna Lavatelli illustrato da Valentina Magnaschi. Da ultima la storia vincitrice del "Premio Storia di Natale" 2019 Fiori di neve, scritta e illustrata da Sonia Maria Luce Possentini.
Alcuni estratti dalle nuove uscite:
«Oddio, sono diventato matto». È questo che hai pensato una sera di dicembre, quando sei entrato in salotto a notte inoltrata. Avevi fatto davvero tardi, tutto intorno era silenzio: tua moglie a letto da tempo, i due ragazzi, Alessandro e Valeria, fuori casa come al solito, e nessun disturbo neppure dagli appartamenti adiacenti. Per far decantare gli avvenimenti della giornata ti eri seduto in poltrona a guardare il presepe illuminato dalla stella cometa, con il sottofondo consueto della sua colonna sonora: l’acqua del ruscello, i cori di Natale, qualche coperta smossa qua e là nel sonno da corpi irrequieti.
È stato allora che hai sentito le parole. Dapprima confuse, indistinte: sillabe, frasi smozzicate che si udivano appena, frammiste ad altre e quasi sovrastate dai rumori della natura – una sorta di mormorio di chiesa senza identità; poi – piano piano – più chiare, con senso compiuto. Ti sei alzato per avvicinarti e cercare di capire. Lì hai dubitato di essere impazzito. No, tutt’altro: eri in un momento di grazia, in quel particolare stato che permette di sentire la vita oltre gli oggetti. Quelle che ti arrivavano erano le voci del presepe. » (Andrea Kerbaker, Vite da presepe)
«Non avrà occasione, almeno per quanto sappiamo, di raffigurare una tradizionale Natività, ma il tema dell’Incarnazione lo coinvolgerà presto e lo accompagnerà lungo tutta la vita, con invenzioni complesse, al punto che le esecuzioni rimasero incompiute o affidate a più versioni. Ma questo succedeva più per l’attitudine del pittore che per la difficoltà dei soggetti. Era proprio Leonardo a non accontentarsi delle soluzioni tradizionali preferendo convocare tutto il mondo attorno a quell’episodio particolare che segnava l’accadere definitivo e risolutivo del divino nelle vicende umane.» (Leonardo Da Vinci, Natività)
«Era il dicembre del 1953, cioè l’anno che precede la nascita ufficiale della televisione. Ero appena entrato alla Rai dopo un provino dal quale uscimmo in due, ma il secondo era un ufficiale di marina che disse subito di avere intenzione di continuare la sua carriera militare e che avrebbe voluto fare soltanto qualche esperienza cinematografica. Ero dunque rimasto solo e mi fu detto: «Fra 10 giorni devi fare la telecronaca diretta della messa di mezzanotte di Natale dalla basilica dell’Ara Coeli». Io chiesi: «Che cos’è la telecronaca diretta?» Tutti si guardarono attorno, ma nessuno seppe rispondere. Non mi restava che chiedere aiuto alla cultura, allo studio.» (Luciano Luisi, Prima messa di mezzanotte in tv)
«Il giorno prima di Natale iniziò a nevicare. La neve scendeva nel giardino di Nina come tanti petali bianchi. E lei s’immaginava che, in cielo, ci fossero dei giardinieri che coltivavano fiori speciali. Fiori di neve.
Provò a disegnarne uno sul vetro della finestra della sua stanza, ma non le riuscì bene. Allora s’infilò il cappotto e uscì: «Per disegnarli bene devo prenderne uno» si disse.
Tutto intorno, le case e gli alberi erano ricoperti di bianco. Il giardino era un morbido dolce di panna, con al centro il suo albero preferito. Era un albero davvero speciale: la nonna le aveva raccontato delle storie bellissime sotto la sua chioma.
E a Natale, ogni anno, lo vestivano a festa con luci bianche. Era davvero splendido. Nina s’immaginava che gli animali del bosco venivano a festeggiare la notte di Natale sotto il suo albero. Come le sarebbe piaciuto vederli! Camminava nel suo giardino bianco, dove tutto era in silenzio. Un silenzio magico.» (Fiori di neve, Sonia Maria Luce Possentini)
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