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Parole essenziali

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Parole essenziali
Titolo Parole essenziali
Sottotitolo Un sillabario
Autore
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Saggistica letteraria
Collana Alia, 51
Marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 232
Pubblicazione 2014
ISBN 9788882128142
 
14,00 13,30
 
risparmi: € 0,70
Spedito in 2-3 giorni
Presentazione dell'autore su YouTube:
"L'uomo dotato è colui che mira all'essenziale e lascia da parte tutto il superfluo" è una delle prime citazioni in questo ricco repertorio ("il mio piccolo vocabolario portatile") in cui Giovanni Tesio ci dimostra che una parola è un punto di partenza per un viaggio tra i sentimenti, i ricordi, gli scrittori che amiamo e nei quali (attraverso le parole) ritroviamo noi stessi e il nostro mondo. Come leggiamo in se non ora, quando? di Primo Levi, "un uomo deve pesare bene le sue scelte... e anche le sue parole".
 

Biografia dell'autore

Giovanni Tesio

Giovanni Tesio

Giovanni Tesio (1946), già ordinario di Letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (l’ultimo, La luce delle parole, per Interlinea, nel 2020), una biografia di Augusto Monti che ha avuto un seguito nel volume di saggi Augusto Monti. Letteratura e coscienza democratica (Araba Fenice, 2023), una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991), riedito da Mondadori negli Oscar trent’anni dopo la prima edizione. Molto ha lavorato intorno a Primo Levi di cui ha pubblicato per Einaudi la conversazione Io che vi parlo (2016) e due volumi su vita e opere presso Interlinea: Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018), Primo Levi. Il laboratorio della coscienza (2022). Sempre presso Interlinea ha pubblicato un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014) e due antologie dedicate alla poesia e alla prosa della Shoah, Nell’abisso del lager (2019) e Nel buco nero di Auschwitz (2021), e ancora, sempre per Interlinea, un’antologia dedicata a Pavese, Donne appassionate. Poesie d’amore e di morte (2022) e un’antologia dedicata alle poesie sulle piante, Anche gli alberi cantano (2024); infine una nuova riflessione sulla poesia, La poesia in gioco (2023) e una sulla lettura, Nel bosco dei libri (2024), ambedue per Lindau. La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Centro Studi Piemontesi, Torino 2017), poi seguito da tre titoli editi da Interlinea, Piture parolà (2018) tradotto in francese (14 seconde. L’art réfléchi dans un sonnet) da Perle Abbrugiati, Nosgnor (2020) e Paròla, amisa mia (2024). Nel 2018, presso Lindau, è uscito il suo primo libro di narrativa, Gli zoccoli nell’erba pesante, cui è seguito il Diario di un camminante (2024), che raccoglie l’esperienza compiuta del cammino di Santiago. È tra i membri della collana di poesia “Lyra” e dirige la collana “Diramazioni” presso l’editore Carabba di Lanciano. È stato per trentacinque anni collaboratore di “La Stampa”, cui ha ripreso a collaborare, ed è condirettore della rivista “Letteratura e dialetti”.

 



 

Rassegna stampa per Parole essenziali

Da "La Repubblica - Torino", recensione di Maurizio Crosetti, su "Parole essenziali" di Giovanni Tesio
Da "Repubblica - Torino", Maurizio Crosetti, su "Parole essenziali" di Giovanni Tesio

Notizie che parlano di: Parole essenziali

Giovanni Tesio pubblica "Le parole essenziali", 55 lemmi semplici e profondi che compongono un "piccolo vocabolario portatile", come dice lui stesso, che potete vedere in anteprima sul nostro canale Youtube

Ci sarà pure almeno un po’ di quanto Etty Illesum dice nel suo Diario di sé: «Tutto quel divorare libri, sin dalla giovinezza, non è stato altro che una forma di pigrizia da parte mia. Lascio che siano gli altri a esprimersi al posto mio. Cerco ovunque la conferma di tutto ciò che si nasconde nel profondo del mio essere, eppure so che posso giungere alla chiarezza usando le mie parole».
Ma non tralascerei la gioia di convocare maestri, compagni, intelligenti e sensibili portavoce, interpreti e sapienti di cose e di parole, lungimiranti e anche disparati amici (quale che sia il loro grado di identità tra maschera e volto) che mi hanno dato la mano e a cui l’ho stretta. Non intellettuali aridi e sterili ma personalità capaci di accendere in me un fuoco di passione, o più semplicemente di cogliere una coincidenza e di incontrare – anche nella disparità – una qualche affinità (proprio per questo, con un poco di ironia e di spirito giocoso, avevo pensato ad un certo punto a un titolo come Vocabondario o Vocabondaggio).
Mi pare ancora di dover ammettere un debito nei confronti dei due “sillabari” di Goffredo Parise, che quando pubblicò il primo, scrisse: «Sentivo una grande necessità di parole semplici. Un giorno, nella piazza sotto casa, su una panchina, vedo un bambino con un sillabario. Sbircio e leggo: l’erba è verde, l’essenzialità della vita e anche della poesia. Pensai a Tolstoj che aveva scritto un libro di lettura non soltanto per bambini e poiché vedevo intorno a me molti adulti ridotti a bambini, pensai che essi avevano scordato che l’erba è verde, che i sentimenti dell’uomo sono eterni e che le ideologie passano». Non è necessario pensare che l’episodio del bambino sia vero. Più che la circostanza conta il senso. Da un lato il titolo rimanda propriamente al libro, in cui si apprendono i segni dell’alfabeto e la loro unione in sillabe e parole; dall'altro esso indica più allusivamente un percorso di lettura che mira al semplice e all'essenziale, alla condizione di un’elementare infanzia dei sentimenti compromessi, come nel crematorio (Il crematorio di Vienna), dallo strapotere consumistico degli oggetti e dall'anonima angoscia esistenziale del quotidiano.
L’accenno a Tolstoj non va forzato al di là del semplice rinvio, perché mentre lo scrittore russo mirava a costruire un vero strumento di lettura per l’infanzia, fatto di apologhi, di favole e di parafrasi di favole, i “sillabari” di Parise sono dei racconti che guardano all'infanzia solo come a una forma di riferimento ideale: aspirazione a una castità quasi primitiva di sentimenti e di parola, a una sorta di scuola primaria che renda capaci di scandire (sillabare) le cose della vita nella maniera più immediata.

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