"Rifletté un momento se era il caso di dirle tutti i suoi nomi. No, non era il caso. 'Chiamatemi Amadé', rispose". Protagonista di questo splendido racconto di Laura Mancinelli è proprio il giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart, al quale, in una Torino del 1771 incantata dalla neve, capitano incontri che si riveleranno decisivi per la sua educazione sentimentale e per la maturazione della sua vocazione d’artista. In un gioco raffinato d'invenzione letteraria e di ricostruzione storica, l'autrice svela quanto la magia delle atmosfere torinesi possa avere influito sulla musica di Mozart.
Nuova edizione con tavole di Fernando Eandi.
Biografia dell'autore
Laura Mancinelli
Tra le opere scientifiche segnaliamo la cura dei testi I Nibelunghi (Einaudi, Torino 1972), Tristano di Gottfried (ivi, 1984), Gregorio. Il povero Enrico di Hartmann von Aue (ivi, 1989); e i saggi Il messaggio razionale dell’avanguardia (ivi, 1978) e Da Carlomagno a Lutero. Storia della letteratura tedesca medievale (Bollati Boringhieri, Torino 1996).
Tra le opere di carattere narrativo:
– i romanzi di ambientazione medievale I dodici abati di Challant (Einaudi, Torino 1981; tradotto in polacco presso le edizioni Petra e in portoghese presso le edizioni Teorema); Il miracolo di Santa Odilia (ivi, 1989); Gli occhi dell’imperatore (ivi, 1993; anche in edizione per ipovedenti in corpo 16 presso L’Angolo Manzoni di Torino) – questi tre romanzi contenuti nella trilogia medievale pubblicata negli “Einaudi Tascabili”, Torino 1995 –; I tre cavalieri del Graal (ivi, 1996); Il principe scalzo (ivi, 1999);
– i romanzi e i racconti di carattere vario La casa del Tempo (Piemme, Casale Monferrato 1993); I racconti della mano sinistra (ivi, 1994); Il fantasma di Mozart (Einaudi, Torino 1986; anche in traduzione francese presso le edizioni Salain, in catalano presso Bullent e in tedesco presso Arche); Amadé (L’Argonauta, Latina 1990; poi in Il fantasma di Mozart, nell’edizione successiva: Einaudi, Torino 1994; infine Interlinea, Novara 1999; tradotto in francese presso le edizioni Salain e in tedesco presso le edizioni Arche); Raskolnikov (Einaudi, Torino 1996; tradotto in tedesco presso le edizioni Arche); Notte con Mozart, testo teatrale (L’Argonauta, Latina 1991; più volte rappresentato in Francia in versione francese e a Torino nel giugno 1999); Attentato alla Sindone (Einaudi, Torino 2000); La musica dell’isola (Interlinea, Novara 2000); La Sacra Rappresentazione, ovvero Come il forte di Exilles fu conquistato ai francesi (Einaudi, Torino, 2001); Biglietto d’amore (ivi, 2002); I colori del cuore (ivi, 2005); Un misurato esercizio della cattiveria (ivi, 2005); Il ragazzo dagli occhi neri (ivi, 2007); Il codice d’amore (ivi, 2008); Due storie d’amore (ivi, 2011); Un peccatore innocente (ivi, 2013);
– i romanzi poliziesco-umoristici (“I casi del capitano Flores”); Il mistero della sedia a rotelle (Einaudi, Torino 1997); Killer presunto (ivi, 1998), Persecuzione infernale (ivi, 1999); I fantasmi di Challant (ivi, 2004); Il “Signor Zero” e il manoscritto medievale (ivi, 2006); Gli occhiali di Cavour (ivi, 2009).
Un brano del libro
«Hai preso qualche foglio di musica, figliuolo?» chiese Leopoldo mentre percorrevano la strada che li portava a palazzo Barolo.,
Erano partiti dalla locanda in gran fretta perchè il giovane era uscito quella mattina senza dire dove andava, ed era rientrato appena in tempo per la visita alla marchesa.
«No, padre, non ho preso nulla» rispose il figlio con la più grande naturalezza del mondo. Leopoldo si fermò in mezzo alla strada squadrando il figlio con aria indispettita.
«Hai forse dimenticato che dovrai suonare di fronte alla marchesa, e ci sarà anche, forse l'abate Gasparini? Non basta che disturbiamo mezzo mondo, e per una ragione così assurda che si riderà perfino di noi; non basta che tu te ne vada per i fatti tuoi tutta la mattina lasciandomi in ansia per timore di far tardi... ora ecco l'ultima, ecco che hai pure dimenticato la musica!»
«Non l'ho dimenticata padre» rispose Mozart fermandosi anche lui in mezzo alla strada. «Semplicemente non l'ho portata».
«E potrei sapere perché?»
Mozart allargò le braccia e rispose: «Perché non mi serve, ecco tutto». E guardò suo padre con l'aria più serafica del mondo. Leopoldo a quelle parole, e ancor più di fronte al candore del figlio, sentì sbollire la sua ira. Sapeva bene d'altra parte che il ragazzo poteva suonare benissimo molte cose a memoria , e che non usava quasi mai leggere quando suonava; però era sempre dell'avvsio che, soprattutto a persone non del mestiere, come era la marchesa, si facesse miglior figura con un foglio di musica davanti, anche se uno fingeva solo di leggerlo.
«E che cosa intendi suonare alla signora marchesa?» chiese tanto per non lasciar cadere quel discorso.
«Quello che vorrà, se vorrà qualcosa; se no quello che voglio io. [...]