«L’inizio sicuro di un poeta nuovo» aveva definito Maurizio Cucchi il libro d’esordio dello svizzero Pierre Lepori, che riserva alla poesia la sua voce più lancinante. In questo libro sfilano i volti dei passanti, le emozioni di una performance coreografica, lo choc provato nell’incontro con l’architettura dello Jüdisches Museum di Berlino. In una lingua alta, percorsa da clangori e franamenti, Strade bianche tesse una fragile ma implacabile litania dei giorni, con un’attenzione spasmodica al linguaggio del corpo e alla poetica dei “tempi deboli” del cineasta francese Raymond Depardon, senza dimenticare l’angoscia di fronte a eventi quali l’esilio e la Shoah. La conferma di una voce nuova.
Biografia dell'autore
Pierre Lepori

Pierre Lepori, nato a Lugano nel 1968, vive a Losanna. Giornalista radiofonico, ha fondato la rivista queer “Hétérographe, revue des homolittératures ou pas” ed è traduttore dal francese (per Interlinea ha curato le opere del poeta svizzero Gustave Roud). Ha pubblicato due romanzi (Grisù e Sessualità), due saggi di storia del teatro e la raccolta di poesie Qualunque sia il nome (Casagrande, Bellinzona 2003, premio Schiller). I suoi libri sono tradotti in tedesco e francese.
Per maggiori informazioni sull’autore è possibile visitare: www.pierrelepori.com; per quanto riguarda la rivista, invece, bisogna recarsi su: www.heterographe.com.
Per maggiori informazioni sull’autore è possibile visitare: www.pierrelepori.com; per quanto riguarda la rivista, invece, bisogna recarsi su: www.heterographe.com.