Che cos’hanno in comune un bersagliere piemontese e un picciotto siciliano? L’Italia è soltanto un’espressione geografica? O possiamo attribuire agli Italiani, con qualche fondamento, un’identità nazionale? E in ogni caso: perché al Risorgimento d’Italia si volle dare una soluzione unitaria? Non bastavano la libertà e l’indipendenza? E perché si pretese a tutti i costi Roma capitale? Domande che attraversano da tempo i cieli della storia del nostro Paese e che di tanto in tanto ritornano anche nel dibattito dell’attualità politica. Questioni di grande interesse, che suscitano passioni e anche contrapposizioni. Anche la letteratura non resta estranea a queste riflessioni. Lo dimostra molto bene un libro da poco uscito nella collana che, significativamente, porta il titolo di “Biblioteca letteraria dell’Italia unita”: si tratta di Amor di patria. Manzoni e altra letteratura del Risorgimento di Giuseppe Langella. L’autore di questo libro ha cercato le risposte alle domande ricordate direttamente nei testi dei letterati che hanno accompagnato il processo risorgimentale fissandone la tavola dei valori, senza disdegnare, all’occorrenza, di assumere un ruolo di primo piano sul palcoscenico della storia, come padri della Patria o martiri della sua redenzione. L’intreccio inestricabile tra lavoro culturale e impegno civile emerge anche in un altro libro della stessa collana, pur dedicato ad un’epoca storica molto diversa: è il vasto epistolario tra Piero Bargellini e Giuseppe Betocchi (Lettere 1920-1979, curato da Maria Chiara Tarsi), due protagonisti di una grande stagione della cultura letteraria fiorentina, quella legata alla rivista “Il Frontespizio”, ma non alieni dalla presenza sociale (Bargellini fu anche sindaco di Firenze).
Festa della Repubblica: tra letteratura e impegno civile
Notizia pubblicata il 25/05/2006
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