Arte e architettura
Libri di arte e architettura, saggistica, cataloghi di mostre con immagini a colori e testi vari. Libri di arte, storia e architettura locale, novarese, piemontese e nazionale, raccolte di testi, libri sul Natale: scopri il nostro catalogo.
Isula
Da mare a terra da terra a mare
a cura di Leonardo Boscani, Chiara Gatti
editore: Interlinea
pagine: 176
La mostra ISCRA – Flotta Culturale del Mediterraneo rappresenta per il MAN un’occasione preziosa per dare forma visibile a un progetto che, ideato dall’artista Leonardo Boscani, nasce da un dialogo virtuoso fra istituzioni: il nostro stesso museo e l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari, il Comune di Flussio, l’Associazione Marco Magnani di Sassari e l’Associazione Cosinzu de Isciareu di Flussio.
Guidata da Boscani, una flotta di artisti, fra cui Giorgio Porcheddu, Lucia Magnifico, Marco Facchetti, Alfredo Puglia e Carmelo Logias, insieme ai docenti e agli studenti dell’Accademia di Sassari, ha esplorato il territorio fisico e simbolico di Flussio, traducendolo in opere che attraversano la fotografia sperimentale, la videoarte, l’indagine botanica e la mappatura delle relazioni tra natura e società. Nelle fotografie che Daniele Brotzu ha scattato lungo il tragitto, anche durante la navigazione sulla costa, viene restituito in dettagli e ampie vedute il senso di ogni momento e di tutta l’esperienza. Ne emerge infine un “interspazio” di narrazioni che, pur diverse nei linguaggi, convergono nel tentativo comune di ascoltare, comprendere e restituire il carattere profondo di un luogo.
È proprio nella pluralità degli sguardi che si rivela il valore di questa iniziativa: far emergere storie, forme e visioni che abitano aree solo in apparenza marginali, ma in realtà centrali nella costruzione di nuove geografie culturali. Un compito che il MAN condivide pienamente, nella convinzione che il museo debba essere, non soltanto custode del passato, ma anche motore di ricerca, coprogettazione e trasformazione.
Attraverso ISCRA, si delinea una rotta culturale che dal mare alle colline, dai gesti antichi alle tecnologie contemporanee, prova a tracciare nuovi orizzonti per il Mediterraneo, inteso non solo come spazio geografico, ma come metafora dinamica di scambio, mobilità e trasformazione.
Un viaggio che comincia in Sardegna e guarda lontano.
Tonino Rocca
Presidente MAN
Isole minori
Note sul visivo dal 1990 ad oggi
editore: Interlinea
pagine: 208
Il MAN dedica da anni un’attenzione costante e strutturata alla fotografia, intesa come linguaggio chiave della contemporaneità e strumento privilegiato per osservare, raccontare e interrogare il mondo. Il museo ha sviluppato nel tempo progetti che alternano la valorizzazione di figure storiche a un’apertura verso le ricerche più attuali.
Con Isole minori. Note sul visivo dal 1990 ad oggi, a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, il museo prosegue il proprio impegno nella ricerca fotografica, offrendo uno sguardo sulle pratiche che hanno interrogato il concetto di insularità da diverse prospettive estetiche, geografiche e politiche. La mostra attraversa decenni di trasformazioni, mettendo a fuoco il modo in cui l’obiettivo degli artisti ha ridefinito l’immaginario dell’insularità mediterranea – e della Sardegna in particolare – attraverso le opere di Mimmo Jodice, Massimo Vitali, Ralph Gibson, Vanessa Winship e George Georgiou, Paola De Pietri e molti altri.
Ancora una volta, il MAN conferma la propria vocazione come luogo di studio, produzione e valorizzazione dei linguaggi visivi contemporanei: un museo che, a partire dal proprio territorio, si affaccia al mondo.
Tonino Rocca
Presidente MAN
Isole e Idoli
a cura di Chiara Gatti, Stefano Giuliani
editore: Interlinea
pagine: 208
Negli ultimi quattro anni, il MAN ha presentato al pubblico un programma pensato per alternare, ogni estate, mostre dedicate all’arte moderna con mostre dedicate invece ai linguaggi del contemporaneo tesi all’analisi di tematiche di grande attualità.
Dopo il progetto Diorama. Generation Earth realizzato nel 2024, ora tocca nuovamente al Novecento delle avanguardie, esattamente come accaduto l’anno precedente con la scultura di Henri Matisse. Isole e idoli non presenta, tuttavia, la figura di un unico maestro protagonista, ma allarga il suo raggio di indagine a tutta una generazione di autori che, all’alba del Novecento, subirono fortemente il fascino delle culture extraeuropee, rivelando debiti e dialoghi fra l’arte moderna e i suoi modelli arcaici.
Ponendosi criticamente come una riflessione sui concetti di alterità, primitivismo e le loro ricadute in un campo di dibattito esteso ben oltre la storia dell’arte, la mostra affonda nelle ragioni antropologiche connaturate alla presenza di figure totemiche nei circoscritti perimetri di un’isola e spiega come maestri del calibro di Gauguin, Pechstein, Miró, Arp o lo stesso Matisse, nel corso dei loro viaggi fra il Mediterraneo e i mari del Sud, abbiano riletto tale convivenza proiettando le loro stesse icone statuarie nella dimensione del sacro.
Il retaggio delle tradizioni extra occidentali che fu assorbito dalle loro mani e dalla loro anima è documentato in un percorso evocativo e ricco – come accaduto in passato per la mostra di Picasso o per quella di Pininfarina e di Patrick Tuttofuoco – di accostamenti fra reperti in prestito dai maggiori musei archeologici della Sardegna (e oggi eccezionalmente dal Louvre di Parigi) e i dipinti, le sculture o le fotografie dei giganti del secolo scorso, approdati al MAN grazie ad accordi internazionali con la Fundació Pilar i Joan Miró di Maiorca o la Fondation Giacometti di Parigi.
Si rinnova, altresì, il gemellaggio con il Museo Archeologico Nazionale G. Asproni diNuoro, partner culturale del nostro museo da oltre tre anni e che conta, in questa occasione, la curatela della mostra affidata al suo ex direttore Stefano Giuliani.
Nel panorama dei grandi nomi è stato ritagliato, infine, un posto significativo per due opere del sardo Giuseppe Biasi uscite dalle collezioni della Fondazione di Sardegna e che soggiornò in Africa nel corso degli anni venti; le sue figure di donne berbere si uniscono per la prima volta alla modernità cosmopolita dei colleghi europei.
Tonino Rocca
Presidente MAN
Monza littoria
L’architettura nel Ventennio fascista
a cura di Francesca Albani, Matteo Gambaro
editore: Interlinea
pagine: 152
Il volume Monza Littoria ha come obiettivo di mettere in luce le dinamiche di un importante centro industriale della Brianza dove processi urbani, già presenti nei decenni precedenti, portarono all’attuazione di opere che determinarono profondi cambiamenti e trasformazioni, in parte inesplorate. Un ampio piano di riqualificazione del centro storico condusse alla ridefinizione di spazi pubblici, al progetto e alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture. Le dinamiche politiche e sociali resero necessaria la realizzazione di abitazioni e servizi per l’assistenza dei cittadini, in sintonia con le istanze igieniste e sociali che un moderno modo di vivere e abitare imponeva. Parallelamente la presenza di eventi internazionali come la Biennale delle Arti decorative riportarono le dinamiche urbane intorno alla Villa Reale, il cui parco fu interessato da strategie per la definizione di spazi per il tempo libero come l’ippodromo, il golf club e l’autodromo. Il volume raccoglie un ricco apparato iconografico di immagini d’epoca provenienti dalla Fototeca Civica e documentazione grafica conservata presso gli archivi storici della città.
Il volume, edito da Editoriale Nuova - Interlinea edizioni, si inserisce nella serie dedicata alle città che nel Ventennio fascista furono interessate da un’intensa attività edificatoria che portò a un loro parziale ridisegno, ma soprattutto alla definizione di una nuova immagine. Nel 2020 il primo volume è stato dedicato a Novara e nel 2022 a Vercelli, che ritornata ad essere capoluogo di provincia nel 1927, fu oggetto di un rinnovamento che portò alla trasformazione del significato di molti luoghi della città.
Quasi paesaggi
Viaggi quotidiani tra poesia e fotografia
di Romina Emili
editore: Interlinea
pagine: 160
Una raccolta di fotografie che diventano componimenti poetici, per esprimere l’esperienza della scoperta del paesaggio della provincia di Novara, ma non solo, negli ultimi dieci anni, con un occhio attento all’architettura e alla relazione tra l’essere umano, la sua ricerca continua del sé e i luoghi che vive. Attraverso la macchina fotografica si mette in atto una fuga quasi quotidiana dalla realtà: un processo di rilettura dei luoghi orizzontali che diventano paesaggi verticali dell’anima.
Presepi italiani artistici e popolari
a cura di Luciano Zeppegno
editore: Interlinea
pagine: 96
In questo panorama del presepio italiano, dalle origini a oggi, si è data la precedenza alle opere di carattere popolare; agli autentici presepi, quindi, quelli a figure generalmente mobili, che si allestiscono nell’occasione delle feste natalizie; e anche a quelli ormai stabili, per consuetudine o per documentazione, raccolti in chiese o musei. Ma si sono volute presentare anche varie opere d’arte che riuniscono in sé tutte le tipiche caratteristiche del presepio italiano: sculture, bassorilievi, terrecotte, stucchi: tutte opere che, salvo il ben maggiore pregio artistico, si possono paragonare per molti caratteri ai presepi popolari e che spesso ne hanno, anzi, influenzato e condizionato lo sviluppo e le forme.Con fotografie a colori
Giotto Fontana
Lo spazio d’oro
a cura di Chiara Gatti
editore: Interlinea
pagine: 80
L’oro non è un colore, ma un simbolo divino. Il fondo oro delle icone esalta le figure, ieratiche e bidimensionali, le astrae dal contesto reale, le isola nel tempo e nello spazio: nessuna espressione o movimento, nessun paesaggio familiare, nessun riscontro col vissuto. Solo luce, sacralità e mistero. Così la personalità straordinaria di Giotto (1267 ca.-1337) ha esplorato la realtà più vera e profonda dell’essere, usando l’oro come luogo abitabile ma, insieme, immateriale.
Dopo le grandi mostre già dedicate a binomi virtuosi, sospesi in bilico fra antico e moderno, come Alberto Giacometti e l’arcaico, oppure Picasso e il mito, il MAN indaga ora il nesso che, a distanza di secoli, collega la ricerca spaziale di Lucio Fontana con il valore dello spazio mistico nelle composizioni di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell’infinito.
Grazie a due prestiti prestigiosi, concessi dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia e dal Mart di Rovereto, e grazie al contributo scientifico di Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano di Padova, e di Paolo Campiglio, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Pavia, massimi esperti rispettivamente di Giotto e Lucio Fontana, la mostra nasce da un dialogo ideale fra due capolavori che condividono un respiro assoluto e una spinta verso l’altrove. Questa piccola ma altrettanto preziosa pubblicazione arricchisce il progetto grazie a un racconto nutrito di altre opere che, dal Medioevo ai giorni nostri, brillano di un oro metafisico. Una storia dorata dipanata nei testi dei curatori e nell’approfondimento della studiosa medievalista Serena Colombo sulla tavola di Giotto esposta eccezionalmente al MAN, cui si unisce una riflessione sul contemporaneo e sulle tavole di Cinzia Fiorese ispirate alle Annunciazioni (d’oro!) di Masolino da Panicale.
Tonino RoccaPresidente MAN
Una storia dorata
L’oro nell’arte di Natale dalle icone al Novecento
di Chiara Gatti
editore: Interlinea
pagine: 96
Dalle porte regali dei bizantini fino alla dimensione cosmica di Lucio Fontana l’oro è simbolo, allegoria, sacro. E costituisce un vero e proprio spazio nell’arte. Il libro ricostruisce attraverso i secoli una storia di questo colore che rappresenta l’immateriale: quasi un colore che non c’è e che apre la mente verso i luoghi dello spirito. Da Giotto a Gentile da Fabriano, da El Greco a Klimt, da Wildt a Rothko, dipinti e sculture dorate tradiscono la grande ossessione dei maestri per la rappresentazione dell’invisibile. Non soltanto a Natale.Con tavole d’arte a colori e con la collaborazione di Serena Colombo
Le mie Natività
di Federico Zeri
editore: Interlinea
pagine: 64
Le più belle Natività secondo Federico Zeri: dodici famosi capolavori scelti e commentati da un maestro indimenticato di critica d’arte. Da Giotto a Correggio, da Tintoretto a Tiepolo, da Botticelli a Velázquez (con riproduzioni a colori), Zeri ci accompagna alla scoperta di quanto sia artistico il mistero del Natale.
Con un ricordo di Emilio Acerna
Dante Bini. Costruire l'utopia
di Francesca Albani, Alessandro Cavallo e Carlo Dusi
editore: Interlinea
pagine: 192
Un libro sui primi passi della ricerca di Dante Bini, un architetto visionario che da Tokyo alla Luna ha progettato cupole sottili in calcestruzzo armato, tra cui la villa per Michelangelo Antonioni a Costa Paradiso. La sperimentazione al mushroom field a San Cesario Sul Panaro in provincia di Modena rappresenta l’inizio di un’avventura che porterà alla realizzazione di migliaia di cupole in tutto il mondo in un clima culturale che rese pensabile vivere e abitare sotto una tenda (o una cupola), in un momento in cui si fondevano utopia ed estremo pragmatismo. L’innovazione divenne ben presto una nuova voce all’interno della ricerca sulle strutture sottili in calcestruzzo − esito finale dell’evoluzione delle strutture voltate − che tra gli anni cinquanta e gli anni settanta raggiunse risultati forse a oggi ancora insuperati.
Vercelli littoria
L’architettura nel Ventennio fascista
a cura di Francesca Albani, Matteo Gambaro
editore: Interlinea
pagine: 152
Quando una città cambia volto e identità grazie all’architettura: è il caso di Vercelli, nel cuore della Pianura Padana tra Torino e Milano. Il volume, completamente illustrato da documenti d’archivio e immagini inedite d’epoca, è la prima approfondita esplorazione delle opere architettoniche realizzate durante il Ventennio a Vercelli. Disegni, progetti, fotografie e cartoline raccontano una nuova stagione della provincia italiana e le visite di Mussolini, con un particolare approfondimento al piano di riqualificazione urbana che avrà ricadute non solo urbanistiche ma anche economiche e sociali sulla città piemontese. Un grande volume strenna illustrato.Una coedizione con Editoriale Nuova.SCARICA IL FOLDER
L’invenzione del presepe
San Francesco e Giotto. Il Natale del 1223 tra storia e arte
editore: Interlinea
pagine: 48
A 800 anni dall’episodio del primo presepe della storia ideato da san Francesco a Greccio, nel 1223, un libro strenna con i dettagli dei celebri affreschi di Giotto accostati alle più antiche pagine della tradizione francescana: dai Fioretti alla vita del poverello d’Assisiscritta da Tommaso da Celano fino ad alcuni testi meno conosciuti. Per festeggiare idealmente il Natale nella basilica di San Francesco ad Assisi.