Julian Zhara e la sua “Vera” che deve morire

«Una linea di parole semplici che non sfuggono alla profondità e, si bastano tra di loro, mantenendosi in piedi da sole, lì, per le giornate che a volte non sai distinguere e per ricordare che forse, non è il stare male che ci uccide, ma il chiedere aiuto. Una nuova voce lirica che si affaccia nel panorama letterario italiano – con la consapevolezza di voler rimanere fame e rumore, per testimoniare che un tempo nuovo – può arrivare»
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Vera deve morire
di Julian Zhara
editore: Interlinea
pagine: 64
«parole semplici, poche, dentro la bocca / come il picchiettìo del rubinetto / chiuso male»
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