Julian Zhara intervistato da G. Galloni
«“Vera deve morire” (Interlinea, 2018). Un libro che, come ti ho già detto in privato e in pubblico, è tra i titoli più interessanti non solo della presente stagione letteraria, ma di questi primi anni duemila tutti. Per la lingua; il lavoro sulla metrica, sulla parola. Sulla musica. Ti va di raccontarcelo?
L’impressione è che, dietro, ci sia un lavoro piuttosto lungo e articolato.Ti ringrazio per l’attestato di stima. “Vera deve morire” per me è stata una scommessa: lavorare con un corpo morto, ossia la poesia d’amore di un poeta giovane ed eterosessuale, alla fine degli anni ’10. Un tabù nel mondo della poesia. »
Vera deve morire
di Julian Zhara
editore: Interlinea
pagine: 64
«parole semplici, poche, dentro la bocca / come il picchiettìo del rubinetto / chiuso male»
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