La lingua della realtà e degli abbietti è parola per la poesia

«Letteratura e dialetti. Quale rapporto? Quali relazione? Quali contatti? Due le strade. Quella della dialettalità, ossia degli impasti linguistici che caratterizzano tanta della letteratura italiana. Autori che hanno innerivato i loro linguaggi e il loro stile attingendo a quella che Erri De Luca ha chiamato una volta "l'Amazzonia dei dialetti", la stessa a cui tanti autori hanno attinto»
Paròla, amisa mia
di Giovanni Tesio
editore: Interlinea
pagine: 160
«Solidi come patate, come pietre, senza coscienza, parola e verso durano, se gli dai spazio» ha scritto Sylvia Plath. Allo stesso modo in questo libro la «paròla» è, fin dal titolo, «amica»: per Giovanni Tesio l'importante è che la parola - la sua fragilità, la sua insufficienza - resti attaccato il più possibile alla cosa, la morda, la scavi, la riveli. Sulle orme di poeti come Franco Loi l'autore declina luoghi, sguardi e tempo dentro sonetti in piemontese, che è come «stringere e inchiodare / suoni che fanno una musica di nocciole / battendo tutte insieme su un foglio di carta».
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