Note, cancellature, collage e disegni I manoscritti rivelano la genesi e F anima più autentica dei capolavori

«Nel 1937, Gianfranco Contini cambiava il volto della critica letteraria con un articolo intitolato Come lavorava l'Ariosto. Fu il calcio d'inizio della filologia d'autore che si proponeva di superare Benedetto Croce (senza rinnegarlo). Non era sufficiente distinguere, con gli strumenti e l'istinto del grande studioso, tra poesia e non poesia. Laddove fosse possibile, lo studioso doveva indagare gli autografi degli scrittori, conferendo la massima importanza alle correzioni e alle diverse redazioni. Per capire chi fosse, e cosa volesse, Ludovico Ariosto è indispensabile valutare le differenze tra le tre edizioni dell'Orlando furioso sorvegliate dall'autore stesso. Entrare nelle pieghe del testo significa entrare nella officina dell'autore e "vederlo" in azione. Croce non la prese benissimo e liquidò la filologia d'autore con una definizione dispregiativa: «Critica degli scartafacci. Ecco spiegato il titolo, Scartafacce».
Scartafacce
Le mani, i volti, le voci della letteratura italiana del ’900 nelle collezioni del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia
a cura di Giovanni Battista Boccardo, Federico Francucci, Federico Milone, Giorgio Panizza, Nicoletta Trotta
editore: Interlinea
pagine: 200
I libri sono barche che navigano su un mare di carta. Sciaborda contro le copertine la massa fluida di appunti, schemi, stesure provvisorie: tutti i materiali scritti attraverso i quali un’idea ha preso forma. I filologi li chiamano scartafacci. Nell’epoca in cui la scrittura si smaterializza, al tramonto dell’Età della carta, il Centro Manoscritti dell’Università di Pavia, che da mezzo secolo custodisce e studia un patrimonio straordinario, celebra i suoi primi cinquant’anni di vita con una mostra dedicata alle testimonianze autografe della letteratura italiana del Novecento. I documenti esposti, con le loro cancellature, le folte aggiunte, le pagine cassate e recuperate – sulle quali la penna spesso disegna oltre che scrivere – illustrano le pratiche compositive di tante grandi figure del panorama letterario: da Montale a Ginzburg, da Gadda a Calvino, da Quasimodo a Pasolini, Manganelli, Saba, Zanzotto, Eco, Flaiano e Rosselli per citarne solo alcune. Non solo manoscritti e dattiloscritti di opere che hanno segnato la storia della nostra cultura, ma anche lettere, diari, piani di lavoro, taccuini di viaggio, volumi postillati, appunti occasionali su ogni tipo di fogli. Ad accompagnare i materiali d’archivio, gli scatti di Carla Cerati che danno un volto a questi autoritratti d’inchiostro.
Con le fotografie di Carla Cerati
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