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Poesia, eredità e generazioni nell'esordio di Corsi

Recensione di: Pronomi personali
21.03.2018
Da "Avvenire", Pierangela Rossi, su Pronomi personali di Marco Corsi

«All'esordiente Corsi non fa difetto la meta letteratura: sono composizioni complesse, di struttura non lineare, dove il lessico è spostato leggermente di significato. Scrive Marco Corsi per arrivare a spiegare un titolo criptico: "La sperimentazione timbrica, modulata sul canone della tradizione lirica, si riflette in tonalità che attingono a codici linguistici diversi, mentre la sostanzialità del dettato tenta l'unione specifica tra immagine e parola (...); la funzione del titolo: grammaticalmente, i pronomi svolgono la funzione dello 'stay for' e, qui, spesso, le immagini prendono il posto del dato emotivo; mentre l'elemento 'personale' denota l'istanza di un soggetto che non vuole ritirarsi dietro le cose, ma intende chiarificarle riconducendo il discorso a dati sempre più sensibili"».

Pronomi personali

di Marco Corsi

editore: Interlinea

pagine: 128

Marco Corsi, promessa della poesia italiana secondo Franco Buffoni, inaugura la serie “Lyra giovani”: «lavoriamo per giorni sopra le parole; da giorni lavoriamo silenziosi intorno al nero. […] disegniamo immagini nere e silenziose. Lavoriamo di silenzio e di nero. Un nero che sembra la notte».

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