Vassalli progettò un pamphlet sull'"affaire" Enzo Tortora
«Tra le carte dello scrittore Sebastiano Vassalli (nella foto) (1941-2015), custodite nell'archivio depositato presso il Centro Novarese di Studi Letterari, il critico letterario e filologo Roberto Cicala, fondatore edirettore editoriale di Interlinea Edizioni, ha trovato una cartella intitolata "Affaire Tortora" con una serie di appunti per un pamphlet poi non pubblicato. Nel dossier c'è una selezione di documenti processuali, ritagli di articoli e il "Libro bianco" con cui il Partito radicale denunciò la falsità delle accuse a Tortora: tutto il materiale raccolto da Vassalli è pubblicato ora in una plaquette a tiratura limitata dal titolo Affaire Tortora. Un caso italiano di ingiustizia e odio a cura di Massimo Novelli (Interlinea, pagine 80, euro 14)».
Affaire Tortora
Un caso italiano di ingiustizia e odio
di Sebastiano Vassalli
editore: Interlinea
pagine: 80
«Chiedo: come mai l’Italia è caduta addosso a lei e non, che so, a Pippo Baudo? Si stringe nelle spalle. Dice: “Tutto comincia a Portobello. Portobello era una trasmissione popolare, di annunci economici... viventi. Arrivai a toccare il più alto indice di ascolto che la Rai avesse mai registrato: 28 milioni di spettatori. Ricevevamo, in media, duemila lettere al giorno. Nel 1979 ci fu un contenzioso con un certo Domenico Barbaro che in realtà era il futuro pentito della camorra e mio accusatore Pandico, per un pacchetto di centrini fatti dai detenuti nel carcere di Porto Azzurro”». Un’intervista a Enzo Tortora di Sebastiano Vassalli riemerge dagli archivi con i documenti del Libro bianco del processo, a 40 anni da una delle maggiori ingiustizie dell’Italia contemporanea.
Inserisci un commento