CARLO CARENA, IMMENSO TRADUTTORE DEI CLASSICI

«Orazio, Odi, libro II: «Omnes eodem cogimur» Sciogliendo il verso potremmo tradurre: «Siamo tutti sospinti verso una stessa meta»; o «medesimo luogo», che dir si voglia. Più volte è capitato a chi scrive di commentare con Carlo Carena passi di Orazio, poeta che lui amava, pur considerandolo proferiva il giudizio con un sorriso «delizioso e insulso». Ma l'antico carme bussa alla memoria ora che Carlo, il 22 novembre scorso, se n'è andato. Aveva 98 anni. Carena è stato uno dei massimi conoscitori di classici del nostro tempo».
La natura nel mondo antico
Antologia classica da Omero a Plinio il Giovane
a cura di Carlo Carena
editore: Interlinea
pagine: 128
In che modo guardavano la natura gli abitanti dell'antichità? Lo testimoniano i maggiori scrittori, da Omero a Plinio il Giovane. Come quando Enea, nei versi di Virgilio, «dalla distesa delle acque un enorme bosco vede levarsi» mentre sbarca nel Lazio. Carlo Carena, lettore e traduttore di classici, sceglie i brani più belli, con testo latino o greco a fronte, per svelare un ambiente naturale, tra vegetali e animali, che aveva una forza primordiale espressa per esempio da Sofocle nel descrivere un «ulivo verdastro che nutre i fanciulli»: nessuno, giovane nè vecchio, lo potrà distruggere di sua mano: l'occhio di Zeus lo guarda e lo custodisce costantemente». Forse la lettura di questi testi antichi può suggerirci un amore maggiore per il mondo che ci circonda.
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