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Faraj Bayrakdar, la poesia che rompe la gabbia dell'esilio

Recensione di: Specchi dell’assenza
30.01.2019
Da "Il Manifesto", Francesca Del Vecchio su Specchi dell'assenza di Farj Bayrakdar

«"Specchi dell'assenza è rimasto fermo per 5 anni: avevo inviato il manoscritto al Ministero della Cultura siriano, che però negò il consenso alla pubblicazione. Così, i miei versi sono rimasti chiusi in un cassetto
fino a quando non è arrivato un altro impiegato: uno scrittore che mi ha telefonato per dirmi di aver trovato il manoscritto e che acconsentiva alla pubblicazione. Lo avvisai che se avesse osato cancellare o modificare anche una sola parola, mi sarei regolato di conseguenza. Il manoscritto venne pubblicato regolarmente, ma i servizi segreti non permisero che arrivasse nelle librerie. Poi, un amico che lavorava al Ministero iniziò a trafugare un po' alla volta le copie giacenti negli uffici per distribuirle gratuitamente, finché non fossero finite"».

Specchi dell’assenza

di Faraj Bayrakdar

editore: Interlinea

pagine: 120

«La scrittura in carcere è stata un atto di resistenza»

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