Forse su “Verso le stelle glaciali” di Tommaso Di Dio (interlinea).

Recensione di: Verso le stelle glaciali
29.05.2021
Verso le stelle glaciali Da "L'Estroverso", Marlina Giaquinta su Verso le stelle glaciali di Tommaso Di Dio

«Il viaggio del poeta comincia sempre da una solitudine. E Di Dio è un poeta, un poeta che, con l’immagine della parola, con il bisturi dello sguardo, opera la chirurgia delle solitudini, senza anestesia per chi legge. Sono istantanee, Polaroid di silenzi di vite che non sanno e non possono sopportare il peso estremo del destino, che non si accorgono dell’altro, che è lì vicino, che è proprio lì, accanto, con lo stesso dolore, algido, metallico come le atmosfere urbane dentro il quale capita (“volevo far emergere quanto la solitudine rappresenti una forma di esclusione”, spiega Di Dio, “l’apparire di qualcosa che, pur accadendo vicino a noi, ci esclude: ci riduce al silenzio”), solitudini indifferenti alla propria stessa vivenza, che si trascinano nei bar, nella metropolitana, nei supermercati, nello stesso ospedale dove l’amico vive una morte innocente, che buttano quel che rimane dentro una corda, impiccandosi, straniero senza asilo, alla stazione, in uno dei tanti che Max Augè chiama “non luoghi”. E la scrittura insegue quel vuoto, quel silenzio, si sottrae, lascia tutto al campo ottico, si ritira dietro lo sguardo e lascia vedere quello che si lascia vedere, senza violare il pudore rassegnato della disperazione.»

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

Verso le stelle glaciali

di Tommaso Di Dio

editore: Interlinea

pagine: 160

Quattro itinerari poetici per perdersi tra sogno e realtà.

Inserisci un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con un asterisco*