“La Sicilia salverà il mondo”

«Hanno l’aria di un signorile congedo questi ultimi versi del poeta catanese, ma piuttosto che dall’amata Sicilia, dalla pagina scritta e dalla stessa poesia, alla luce della quale soltanto l’autore sembra riconoscere un potere salvifico. Non solo: Pennisi qui sembra disporsi al congedo pure da se stesso, quasi per un presentimento della fine («Comincia con le dimenticanze / dal peso delle ginocchia / dalla sensibilità diluita dei polpastrelli / l’armadio pieno di abiti che non si indossano più / il nuovo tempo della fine / ed è difficile abbottonare la camicia / raccogliere le monete / il carattere sempre più piccolo del giornale / e le macchie sulle mani […]», p. 82), come pure dalle persone care e dagli amici, viventi e anche no: «Mamma e papà posati / tra altri nomi / nella fioca luce non perpetua / al centro degli avvenimenti / nascosti dentro me / in un biglietto una preoccupazione / cucita al primo attimo» (p. 43)».
La Sicilia salverà il mondo
di Renato Pennisi
editore: Interlinea
pagine: 100
«Io non so se la Sicilia salverà il mondo, almeno quanto non credo che sarà salvata dai ragazzini. Ma so che se non lo potrà salvare – questo mondo – lo potrà almeno salvaguardare la poesia, accompagnandolo nei meandri della sua e nostra condizione in perdita. Questo di Pennisi è un libro di splendida maturità, che si muove tra un elogio, una speranza, e un “de profundis” magnifico di echi e litanie, inarcandosi con lucida passione sulle rovine della sua città, di una Catania così incardinata nei suoi passi, nei suoi fantasmi, nella sua luce e nella sua miserabilità. In questo nitore (“voglio restare chiaro”) ci sono tutti i rituali di una vita perturbata, cui la poesia continua a opporre la sua resistenza del dire e del dirsi, con la luce dei “fratelli libri” che nutrono e fanno cantare» (Giovanni Tesio).
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