Luciano Erba, L’ippopotamo

Recensione di: L’ippopotamo
07.10.2022
L’ippopotamo Da "Leggere tutti", Gordiano Lupi su L'ippopotamo di Luciano Erba a cura di Samuele Fioravanti

«Interlinea è un benemerito editore di poesia che nel centenario della nascita di Luciano Erba (1922 – 2010) – uno dei più grandi poeti del Novecento, ancora poco studiato – ristampa L’ippopotamo in una pregiata edizione commentata da Samuel Fioravanti, utile per capire molti significati reconditi della lirica composta dal professore della Cattolica di Milano. L’ippopotamo viene scritto da Erba all’età di sessantasette anni, edito prima da Scheiwiller (collana Il Pesce d’Oro), quindi da Einaudi nella collezione di Poesia, dopo il tramviere metafisico e a quarant’anni dal suo esordio con Guanda (Linea K). Un’opera che assorbe testi e titoli dalle raccolte precedenti, Il cerchio aperto (1983) e Il tramviere metafisico (1987), quest’ultimo vincitore del Bagutta, continuando la ricerca sul ruolo e sul valore del segno, sulla sua capacità di rappresentazione o sul pericolo della sua inefficacia.»

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L’ippopotamo

di Luciano Erba

editore: Interlinea

pagine: 208

Nel centenario di Luciano Erba (1922-2010), poeta appartato eppure tra i più importanti del Novecento, è proposta un’edizione commentata dell’opera più celebre, L’ippopotamo (premio Librex-Guggenheim-Montale), perché «forse la galleria che si apre / l’ippopotamo nel folto della giungla / per arrivare al fiume, ai curvi pascoli» rappresenta l’emblema della ricerca umana, tra natura, attese e sogni. In questi testi Erba predilige una poesia di piccole cose quotidiane per parlare dei grandi interrogativi dell’esistenza e della vita civile, nel dubbio (metafisico e aperto alla speranza) che «forse questo e qualsiasi tracciato… / altro non sono / che eventi privi d’ombra e di riflesso / soltanto un segno che segna se stesso».

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