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Nei versi di Fontanella il desiderio di porsi sulla strada dell'essenziale

Recensione di: Dell’ultimo orizzonte
20.08.2023
Dell’ultimo orizzonte Da "Avvenire", Paolo Lagazzi su "Dell'ultimo orizzonte" di Luigi Fontanella.

«Il volume è un'occasione preziosa per rileggere in prospettiva questo autore misurando la pluralità stilistica e la continuità esistenziale della sua opera, tanto difforme e cangiante quanto tenace nel difendere le proprie ragioni. Innervata fin dall'inizio da un desiderio di "totalità", cioè di apertura ai colori, ai sapori e alle vibrazioni più varie dell'esperienza – un desiderio di cui la prima poesia qui antologizzata, Voyage, è un limpida, fiammante metafora –, quest'opera è anzitutto una specie di fionda gettata verso il cielo e la terra per carpirne istanti epifanici, "verdi ghirigori", cortocircuiti di senso, "redini e incroci, sigilli ed effrazioni".»
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Dell’ultimo orizzonte

Poesie scelte (1970-2021)

di Luigi Fontanella

editore: Interlinea

pagine: 352

«“Lascia che ti spieghi, mio lettore, che ti racconti un poco questa storia, che non nasce, che non finisce: la storia di quest’amore per lo spazio in cui ogni giorno nasco e vivo”, scrive in verso Luigi Fontanella. Se dovessi dare una definizione di questa poesia, mi sentirei di dire che è una parola-immagine che ha la forza, ogni volta, di dirci cos’è la vita, l’amore, e dunque cos’è la poesia, proprio quando affonda nella cella del cuore umano, facendo sentire la struggente densità dei pensieri e degli affetti, delle memorie e dei sogni che lo abitano» (Giancarlo Pontiggia).

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