Noi, gli italiani di ritorno

Recensione di: Vino amaro
06.01.2022
Vino amaro Da "Donna moderna", Cristina sarto su Vino amaro di Maria Josefina Cerutti

«Nel 1988 sono andata Avellino, la madre da Lamezia a vivere a Cuneo per amore e Terme, in Calabria. Scavando in un anno ho ricevuto il nei documenti, ho scoperto passaporto: il mio legame che i miei bisnonni materni, di discendenza arrivava dal una volta negli Usa, avevano bisnonno, Emanuele Cerutti, l'intenzione di chiedere la emigrato a Mendoza da cittadinanza americana, ma Borgomanero, in provincia di non avevano mai completato Novara, verso la fine deH'800»
l'iter necessario. Come mai? spiega Maria Josefina, che ha Nonostante si fossero rifatti raccontato le vicende della sua una vita, si sentivano ancora famiglia nel libro Vino Amaro. profondamente legati alla loro Una storia di emigrazione e patria. Diventare cittadina dittatura (Interlinea). «In quegli italiana è stato un modo per anni la cittadinanza ha reso la rendere loro onore». Quando mia vita più semplice, il passaporto è arrivato nella sia dal punto di vista legale cassetta della posta, per sia dei rapporti interpersonali: Stephanie è stata la chiusura di mi ha fatto sentire protetta un cerchio. «Quella sera io e mia dalle discriminazioni di chi che nel rispetto delle tradizioni madre abbiamo festeggiato mi considerava diversa solo cattoliche. Dopo 8 anni con un piatto di spaghetti aglio perché straniera.
»

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Vino amaro

Una storia di emigrazione e dittatura

di Maria Josefina Cerutti

editore: Interlinea

pagine: 196

Una storia italo-argentina di emigrazione e dittatura

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