Nosgnor, canzoniere dolente e religiosissimo per un Dio che sfugge
«In piemontese, Signore si dice Nosgnor (nusgnùr). Nostro Signore: dove nostro e Signore si fondono in un'unica parola. In dialetto si può dare del tu a Dio e dirgli sei mio, come gli amati si sussurrano tra loro. E come per gli amati valgono le stesse domande senza risposta, i medesimi tormenti, chissà dov'è davvero l'altro, chissà chi è, chissà se c'è. Neppure il poeta sa se Dio esista, lo coglie anzi un forte sospetto d'inesistenza, eppure chiamarlo è così importante. Non so se ci sei, ma intanto ascoltami. Non so se ci sei ma qui ci sono io, io esisto e ho bisogno di te. E' religiosissimo e dolente questo "Nosgnor" (Interlinea) sillabato in sonetti da Giovanni Tesio, che ormai ci ha abituati a questa misura del canto e del ritmo. In italiano non sarebbe davvero la stessa cosa, anzi non sarebbe proprio. Non sarebbe così concreta, aspra e ruvida la voce che s'alza verso un cielo forse vuoto o forse no. Una voce è appuntita come l'ago che prova a bucare il silenzio, quell'immensità muta, forse indifferente a tutti noi che qui sotto gemiamo, in queste ore poi.»
Nosgnor
Lamenti, preghiere e poesie in cerca di un Dio vicino e lontano
di Giovanni Tesio
editore: Interlinea
pagine: 224
Un diario letterario di preghiera di Giovanni Tesio per invocare Dio attraverso la profonda semplicità della poesia dialettale: «qui c’è non altro che parole: parole che tentano se mai di dire un pianto».
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