Nosgnor

titolo | Nosgnor |
sottotitolo | Lamenti, preghiere e poesie in cerca di un Dio vicino e lontano |
autore | Giovanni Tesio |
Argomento | Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia in dialetto |
Collana | Passio, 62 |
marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 224 |
Pubblicazione | 2020 |
ISBN | 9788868573171 |
Come scrive sant’Agostino, si prega «meglio coi gemiti che con le parole, più con le lacrime che con i discorsi». È allora possibile invocare un Dio di cui si sospetta l’assenza ma da cui si attende ostinatamente un segnale? Affidarsi a una disperata profezia d’esistenza che dissolva la propria voce in un silenzio assoluto? È la tensione di Giovanni Tesio che accoglie in questo suo diario letterario la quotidianità più arida e disarmata convertendo l’assenza-presenza spirituale in una oralità povera, di antica e per questo dialettale, ma sempre nuova, risonanza: «qui c’è non altro che parole: parole che tentano se mai di dire un pianto».
Biografia dell'autore
Giovanni Tesio

Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (per Interlinea, nel 2014, La poesia ai margini e nel 2020 La luce delle parole), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); più recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014), la raccolta di poesie Piture parolà (2018) e ha curato le antologie Nell’abisso del lager (2019) e Nel buco nero di Auschwitz (2021). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2017), poi seguito da due titoli editi da Interlinea, Piture parolà (2018) e Nosgnor (2020). È stato per trentacinque anni collaboratore della “Stampa”, al cui inserto, “Torinosette”, collabora tuttora. Del 2018, uscito presso Lindau, il suo primo libro narrativo, Gli zoccoli nell’erba pesante. Fa parte del comitato scientifico del Centro Novarese di Studi Letterari ed è tra i fondatori e direttori della collana di poesia “Lyra”.
Un brano del libro
Nosgnor – l’é bel – lo penso ’ncheuj che ti, l’é bel nen fete voghe a ti për ti, l’é bel che ’l tò invisìbil a sia ’n blòch ch’as lassa nen ësciapé ’n tanti tòch. Mi ’t diso ’ncheuj che tut as fa vardé e gnente ch’as risparmia a nòsta vista e mach ën tl’oghe as mosta la conquista përchè mach ël visìbil fa pensé: scapa, Nosgnor, e scapa sempe ’d pì, stërma la facia, stërmte ai nòsti sguard, scancela toa presensa ’d mincadì, statne pressios e fate gnun riguard se mi bëstëmio tuta costa assensa përchè l’é cost ël sens ëd la toa essensa. |
Signore, tu che mi stai col fiato sul collo tu sei vicino a me come il destino, ma io non ti cerco, vivo il mio crollo e sento che nel crollo c’è la mia fine. Tu sei tutto un silenzio trattenuto ma da questo tuo silenzio pare venire un piccolo ronzio che è sottile sottile come le api fanno sui fiori d’aprile. La tua divinità, Signore, mi succhia dentro con il succhiello, col suo pungiglione, e io sento il solletico come di un ago. Tuttavia non mi basta e, ago o fiato, sono scontento, sono afflitto, perché non ti cerco, sono un pelandrone. |
Rassegna stampa per Nosgnor
Notizie che parlano di: Nosgnor
L’é pa da pòch capì ch’it l’has vorsù / fé dl’òm – e donca ’d mi – na creatura / che da la toa autëssa it l’has sërnù / për fela conformà a toa misura. / Mi sai nen demne pas – o almanch m’ësmija – / ma toa distansa a l’é tròp foravìa