"Piacenza littoria", il racconto illustrato di una città in trasformazione
Da "IlPiaceza" su Piacenza littoria curato da Francesca Albani e Matteo Gambaro«La città non è mai un oggetto passivo: è un attore che partecipa alla storia, che la ospita, che la incorpora»
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Piacenza littoria
L’architettura nel ventennio fascista
a cura di Francesca Albani, Matteo Gambaro
editore: Interlinea
pagine: 144
La città di Piacenza negli anni trenta del Novecento è stata interessata da significative trasformazioni urbanistiche e sociali che hanno inciso significativamente sul volto della città e il suo sviluppo successivo dentro e fuori le mura. Dalle opere di bonifica ai progetti di sventramento del centro cittadino, con l’attuazione del nuovo Piano Regolatore del 1935, Piacenza venne dotata di nuove piazze, monumenti, infrastrutture di collegamento e servizi per la popolazione. Ampio spazio venne dato alla costruzione di nuovi monumenti e spazi collettivi per una città che si riscopre moderna e che vuole affermare la rilevanza nazionale del proprio ruolo di polarità e punto di collegamento sulla via Emilia. Di pari importanza fu la politica sociale, che rispose alle esigenze della popolazione contadina, operaia e dei nuovi ceti impiegatizi e che si concretizzò con la costruzione di numerosi quartieri “popolarissimi” e di edilizia pubblica. Queste e altre realizzazioni (scuole, ospedali, mercati, ecc.) portarono a compimento annose questioni e istanze dibattute sin dall’inizio del secolo, occasione progettuale per architetti, ingegneri e professionisti locali e no, tra i quali si distinse l’opera di Luigi Moretti, impegnato nella progettazione della GIL (1932-1933), significativamente trasformata nel tempo.
Con illustrazioni d’epocaIn coedizione con Editoriale Nuova








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