Povero cormorano

«Limacciosa incombe la lordura del mare, l'onda di plastica e catrame trascina il cormorano agonizzante. Sospeso nell'aria un aquilone-gheppio osserva le possibili prede. Alternando endecasillabi e settenari con effetti di superba musicalità. Davide Puccini (Piombino, Livorno, 1948) scruta gli anni in fuga. Si aggrappa allora a Cristo, al mistero salvifico della croce nel sacrificio estremo. (Il falco e la colomba, Interlinea, pp. 96, · 16)».
Il falco e la colomba
di Davide Puccini
editore: Interlinea
pagine: 96
Il falco e la colomba è la settima tappa del cammino poetico di Davide Puccini, giunto ormai al traguardo del quarto di secolo. L’agguerrito linguista, il raffinato studioso di Sbarbaro e Boine, di Pulci, Poliziano e Ariosto, di Sacchetti e Fucini, si serve della sua lingua nitida e coltissima e insieme affabile e colloquiale, della sua tradizionalissima metrica di endecasillabi e settenari, musicale e insieme fluidamente narrativa, per condurci – nel duplice segno iniziale e conclusivo di un falco simbolo di incombente minaccia o di montaliana indifferenza e di una colomba simbolo del divino e annuncio di salvezza – lungo un percorso che dagli abitanti della nostra “casa comune” e in particolare della sua terra e del suo mare di Toscana (il geco, la polpessa, le meduse, la lucertola...), attraverso il sentimento doloroso del trascorrere del tempo e della vecchiaia che avanza, alla sofferta e intensa meditazione religiosa della terza e ultima sezione (Paolo Zoboli).
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