Primo Levi figlio del logos
Da "Il Sole 24 Ore", Giuseppe Lupo, su Primo Levi. Ancora qualcosa da dire di Giovanni Tesio
«La scrittura di Levi, se possiede quella solidità espressiva da tutti riconosciuta a paradigma di un Novecento che con lui tocca uno dei vertici, è in virtù di questa lotta tra il dire e il nondire, tra l'abbandonarsi definitivamente ai moti del cuore e il duro contrastare quanto sia più efficace - forse si dovrebbe dire salvifico, in relazione ad Auschwitz - nascondersi alla vita per costruirsi una corazza. Questo dato Tesio lo sottolinea più volte parlando di "economia di parola", alludendo a una sorta di rigore scientifico che ha i caratteri dell'equilibrio, ma che forse non si esagera se lo si definisce reticenza, ellitticità, sottintesi. Eppure Levi ha sempre cercato la chiarezza nella parole, perfino la loro cristallina trasparenza».
«La scrittura di Levi, se possiede quella solidità espressiva da tutti riconosciuta a paradigma di un Novecento che con lui tocca uno dei vertici, è in virtù di questa lotta tra il dire e il nondire, tra l'abbandonarsi definitivamente ai moti del cuore e il duro contrastare quanto sia più efficace - forse si dovrebbe dire salvifico, in relazione ad Auschwitz - nascondersi alla vita per costruirsi una corazza. Questo dato Tesio lo sottolinea più volte parlando di "economia di parola", alludendo a una sorta di rigore scientifico che ha i caratteri dell'equilibrio, ma che forse non si esagera se lo si definisce reticenza, ellitticità, sottintesi. Eppure Levi ha sempre cercato la chiarezza nella parole, perfino la loro cristallina trasparenza».
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Primo Levi: ancora qualcosa da dire
Conversazioni e letture tra biografia e invenzione
di Giovanni Tesio
editore: Interlinea
pagine: 160
Un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d’archivio, tra cui autografi e fotografie.
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