Quando la parola diventa bussola tra uomo e natura
«Che cosa ci resta, in questo labirinto, in questa desolazione, se non la parola? La speranza che è la parola. Non si chiamano forse a gran voce i dispersi, i nostri compagni sperduti nelle montagne immerse nell'ombra?
Di eco in eco, anche sei, anche sette, ne conta Lucrezio in La natura. Svanirà l'incantesimo, ritroveranno, le anime vagabonde, e noi con loro, il sentiero interrotto? Gian Luca Favetto, con Nel tempo vegetale (Interlinea, pagine 80 euro 14), interpreta la fedeltà alla montaliana parola che "agisce". Ancorché rara, rarissima, invisibile se non nella bottega della poesia, apparentemente affollata, in realtà una gozzaniana "Isola Non Trovata", una chimera, un vello d'oro, un felice colpo di dadi.»
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