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Quando la parola diventa bussola tra uomo e natura

Recensione di: Nel tempo vegetale
14.06.2023
Nel tempo vegetale Da "la Repubblica Torino", Bruno Quaranta su Nel tempo vegetale di Gian Luca Favetto

«Che cosa ci resta, in questo labirinto, in questa desolazione, se non la parola? La speranza che è la parola. Non si chiamano forse a gran voce i dispersi, i nostri compagni sperduti nelle montagne immerse nell'ombra?
Di eco in eco, anche sei, anche sette, ne conta Lucrezio in La natura. Svanirà l'incantesimo, ritroveranno, le anime vagabonde, e noi con loro, il sentiero interrotto? Gian Luca Favetto, con Nel tempo vegetale (Interlinea, pagine 80 euro 14), interpreta la fedeltà alla montaliana parola che "agisce". Ancorché rara, rarissima, invisibile se non nella bottega della poesia, apparentemente affollata, in realtà una gozzaniana "Isola Non Trovata", una chimera, un vello d'oro, un felice colpo di dadi.»

Nel tempo vegetale

di Gian Luca Favetto

editore: Interlinea

pagine: 80

«La natura è volti viaggi persone paesaggi, sta fuori e dentro di noi». E il «tempo vegetale», come s'intitola questo sorprendente libro, è quello in cui viviamo, quello che noi siamo: scrive Favetto che siamo parte della natura, dunque meglio occuparsi di lei, altrimenti è lei a occuparsi di noi. Lo spazio e il tempo sono le coordinate di questo racconto in versi sul rapporto fra uomo e natura: con l'uomo che è costruttore e distruttore di natura; con la natura che è madre, figlia, sorella, ambiente e destino, indifferente e amorevole nei confronti dell'umanità.

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