Svevo e Italo. Le fonti italiane

La studiosa fa affiorare le tracce di letture fatte dallo scrittore che, studi comrnerciali alle spalle, e dunque autodidatta in questo campo, cercava di orientarsi impugnando una guida sicura: la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis, il primo ad avere tracciato il canone delle patrie lettere. Folgorato dalle pagine su Petrarca anche Svevo ne riconosce la grandezza «là dove. si sentiva malato», doèdubbioso nel cercare una sintesi tra una volontàsublime e la rca lcco,,dottadi vira.
Svevo ma anche Italo
Fonti italiane in Svevo e altri saggi
di Francesca Riva
editore: Interlinea
pagine: 184
Nella sua Trieste multietnica, Italo Svevo ha intercettato vari elementi di profondo cambiamento e li ha posti accanto a quelli della tradizione. Spingendosi al di là dell’innegabile componente mitteleuropea, il presente volume indaga l’influenza della letteratura italiana su questo scrittore, autodidatta e lettore onnivoro, pronto ad attingere a vasti (e a volte opposti) contenuti culturali. Egli, ponendosi al crocevia tra passato e futuro, ha tramutato in forme nuove i modelli della tradizione, da Dante e Petrarca a Manzoni, letti attraverso il fondamentale filtro desanctisiano; nello stesso tempo, però, mediante una originale rielaborazione delle fonti, ha anticipato i principi delle teorie psicanalitiche. Il libro esamina inoltre il rapporto dell’autore triestino con l’assoluto, scandaglia le relazioni famigliari nella Coscienza e analizza la malattia di Zeno, di cui si rilevano le frequenti “attività visive”.
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