Un critico, un sindaco, una poetessa: noi, persone oltre il genere
«La forza delle sue poesie è saper rendere il lavorio psicologico della transizione, ma anche la gioia che porta: «Ci vollero diciannove anni / per prepararsi alla rinascita, / per trasformare la distanza tra noi / in spazio vitale, il v uolo in pieno, / il dolore in malinconia - che altro / non è che amore imperfetto. Aspettammo / i nostri corpi come si aspetta / la primavera: chiusi nell'ansia / della corteccia». »
Dolore minimo
di Giovanna Cristina Vivinetto
editore: Interlinea
pagine: 148
Il «dolore minimo» del titolo esprime la complessa condizione transessuale pronunciata con grande potenza poetica, volta a infrangere, per la prima volta in Italia, il muro del silenzioso tabù culturale. La giovane autrice racconta la sua rinascita luminosa con versi, delicati e profondissimi al tempo stesso, che hanno fatto parlare Dacia Maraini e Alessandro Fo di caso letterario dell’anno. «Quando nacqui mia madre / mi fece un dono antichissimo. / Il dono dell’indovino Tiresia: / mutare sesso una volta nella vita», narra Giovanna Cristina Vivinetto, che, in questo dirompente diario in versi, confessa: «non mi sono mai conosciuta / se non nel dolore bambino / di avvertirmi a un tratto / così divisa. Così tanto parziale».
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