Viva la poesia civile che nessuno ascolta

«Maurizio Cucchi (Milano, 1945) è una dei maggiori poeti italiani viventi e anche una delle figure più autorevoli tra i critici e storici della poesia. È attivo e noto anche come narratore e traduttore, inoltre collabora con i quotidiani "La Stampa" e "Repubblica". Per la sua produzione poetica, cominciata nel 1976 con "Il disperso", si rimanda in particolare all' Oscar MondaLo spunto per invitarlo a intervenire su "L'Ordine", con cui collabora dal 2013, a proposito della poesia civile, lo ha dato lui stesso con la nuova raccolta appena pubblicata da Interlinea: "Nel vasto territorio tossico", che ha per sottotitolo proprio "poesie civili". Cucchi passa al setaccio la società liquida del tempo dei social e trova anche qualcosa di buono, come i giovani cui è dedicato il testo che pubblichiamo qui a lato e che dà il titolo al libro.»
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Nel vasto territorio tossico
Poesie civili
di Maurizio Cucchi
editore: Interlinea
pagine: 80
«Creatura assai robotica» appare l’umanità di oggi a un intellettuale come Maurizio Cucchi che s’interroga sulla società liquida e inquinata, tra la superficialità dei social e la profondità delle campagne contro i cambiamenti climatici alla Greta Thunberg, nell’idea che i giovani non sono un corpo indistinto «ridotto al gregge e allo sballo». Anzi da loro può venire la capacità di una svolta «nel vasto territorio tossico / che sarà nostro lascito e dono».
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