Vostro onore, i miei versi chiedono giustizia
Da "La Lettura - Corriere della Sera", Roberto Galaverni, su Tempo riflesso di Corrado Benigni
«È infatti un poeta di natura ossessiva, di costrizione, Benigni (viene da chiedersi se ne esistano davvero di diversi). Vive e attraversa come tutti la propria vita, ma guardandola invariabilmente attraverso il filtro di un'unica, capitale domanda: "Ma a quale appello rispondono/ le cose che non riesco a nominare?".
La questione riguarda dunque la realtà, le "cose", appunto, ma è chiaro fin da subito come non si possa distinguerla da un'interrogazione che coinvolge la scrittura stessa, e così il peso, la plausibilità, il rischio delle
parole. E infatti: "In nome di che cosa scriviamo/ e cerchiamo nella parola una scintilla?"»
«È infatti un poeta di natura ossessiva, di costrizione, Benigni (viene da chiedersi se ne esistano davvero di diversi). Vive e attraversa come tutti la propria vita, ma guardandola invariabilmente attraverso il filtro di un'unica, capitale domanda: "Ma a quale appello rispondono/ le cose che non riesco a nominare?".
La questione riguarda dunque la realtà, le "cose", appunto, ma è chiaro fin da subito come non si possa distinguerla da un'interrogazione che coinvolge la scrittura stessa, e così il peso, la plausibilità, il rischio delle
parole. E infatti: "In nome di che cosa scriviamo/ e cerchiamo nella parola una scintilla?"»
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Tempo riflesso
di Corrado Benigni
editore: Interlinea
pagine: 88
Corrado Benigni riflette sul tempo delle nostre esistenze, quasi un «rarefarsi in forma di persone», in questo libro che è un tentativo di sottrarsi al flusso della vita e quindi di condensare il tempo.
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