Jesper Svenbro

Nato nel 1944 a Landskrona, nella Svezia meridionale, Jesper Svenbro ha studiato latino e greco all’Università di Lund. Dopo il diploma in lettere classiche, ha frequentato nel 1969-1970 l’Università di Yale negli Stati Uniti, dove ha studiato con Eric Havelock. Nel 1976 ha sostenuto l’esame di dottorato a Lund con una tesi scritta a Roma dal titolo La parola e il marmo. Alle origini della poetica greca, in seguito pubblicata in traduzione da Boringhieri (1984). In questo periodo Svenbro si è già trasferito a Parigi, unendosi al gruppo di Jean-Pierre Vernant e riprendendo al contempo la scrittura poetica dopo una prima raccolta pubblicata nel 1966 e un’altra, dal titolo Element till en kosmologi, nel 1979. Negli anni ottanta, versato alla lettura e all’interpretazione degli antichi Greci, pubblica Phrasikleia. Anthropologie de la lecture en Grèce ancienne (La Découverte, Parigi 1988, trad. it. Storia della lettura nella Grecia antica, Laterza, Roma-Bari 1991; tra l’altro aveva pubblicato Phrasikleia: una teoria arcaica della scrittura, con traduzione e nota di Sandro Veronesi, in “Nuovi argomenti” 28 (1988), pp. 92-100), sviluppando una scrittura poetica fortemente influenzata dalla lettura di Aristofane e di Frances Ponge, di cui è il maggior traduttore svedese. Nel 1992 esce in Italia Epe, scelta, traduzione e presentazione di Ludovica Koch (Levante, Bari 1992), dopo di che Svenbro cambia radicalmente direzione dopo un viaggio in Lapponia nel 1991, recuperando in Samisk Apollon (Apollo lappone) un genere di lirismo già presente nella prima raccolta del 1966, poi abbandonato, e che caratterizzerà le sillogi pubblicate negli anni novanta, che doneranno a questo poeta residente all’estero, ma quasi ossessionato dalla sua terra d’origine, un posto di grande rilevanza nel panorama della poesia svedese, che gli varrà una lunga serie di premi letterari e, più di recente, la sua elezione a membro dell’Accademia svedese nel 2006. L’anno successivo (premio alla carriera LericiPea) In Italia esce Apollo blu, con traduzione e cura di Maria Cristina Lombardi, introduzione di Lars-Håkan Svensson e una traduzione di Giuseppe Conte (Interlinea, Novara 2007) e in seguito Romanzo di guerra, a cura di Marina Giaveri, con dieci disegni di Arnaldo Pomodoro (ES, Milano 2013). Le sue opere sono tradotte nelle maggiori lingue, in particolare inglese, francese e tedesco.
Negli ultimi anni Jesper Svenbro divide la sua vita tra il Sud della Francia (Cagnes-sur-Mer) e la Svezia (Stoccolma), dove svolge un intenso lavoro per l’Accademia di Svezia relativamente alle attività connesse all’assegnazione del premio Nobel. Le sue pubblicazioni più recenti comprendono sia opere scientifiche, legate alla sua carriera di filologo classico, sia raccolte poetiche, spesso ispirate alla mitologia e alla storia greca. Si nota una predilezione per la poesia di Saffo, a cui ha dedicato liriche e testi critici. Sempre più spesso i due generi si intrecciano dando luogo ad una poesia che è anche pensiero e ragionamento filosofico.
Per aggiornamenti biobibliografici si rinvia al sito www.svenskaakademien.se.
Titoli dell'autore
Apollo blu
di Jesper Svenbro
editore: Interlinea
pagine: 160
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