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Maurizio Noris

Maurizio Noris
autore
Interlinea
Maurizio Noris è nato ad Albino (BG) nel 1957. Scrive poesie nel dialetto bergamasco della media Valle Seriana. Nel gennaio 2001 pubblica la raccolta Santì (Tera Mata, Bergamo), libro artigiano di poesie dialettali con l’artista grafico Ivano Castelli. È del 2008 la raccolta Dialet De Nòcc D’amùr (Cofine Roma, premio città di Ischitella). Nel 2009 presenta la plaquette Us de ruch con introduzione di Alberto Belotti (Tera Mata, Bergamo); nel 2010, per le edizioni LietoColle di Como, la raccolta Us de ruch, con introduzione di Franco Loi. Nel 2011 collabora con Piero Marelli alla cura di Guardando per terra, voci della poesia contemporanea in dialetto (LietoColle, Como), anche con una scelta di suoi testi. Sono del 2012 le piccole raccolte Àngei? e Zögadùr (Fiori di Torchio, Seregno e Tera Mata, Bergamo) con la presentazione di Piero Marelli e Silvio Bordoni. È presente con suoi testi in L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto (Argo, Lecce 2014). Nello stesso anno presenta la piccola raccolta In del nòm del pàder con postfazione di Giulio Fèro (Tera Mata, Bergamo). Nel 2015 con Piero Marelli cura e partecipa con propri testi a Con la stessa voce. Antologia di poeti dialettali traduttori (Lieto Colle, Como). È presente con suoi testi in antologie e riviste. È un libero professionista, formatore e promotore socioculturale nel contesto delle professioni sociali e delle politiche giovanili.

Titoli dell'autore

Resistènse

di Maurizio Noris

editore: Interlinea

pagine: 144

Avvezzo a condividere l’abitare nella natura di animali, vegetali e minerali, con i venti, il mare, le acque, angeli e persone a cui dà voce, in un gioco di metamorfosi Maurizio Noris esorta a praticare alcune forme di Resistènse nella realtà quotidiana del mondo. Ovvero suggerisce di vivere senza “paura”. Con un linguaggio talvolta crudo ed enigmatico, che si presta a ipotesi interpretative diverse per l’abbondanza di simboli e di similitudini, Noris afferma che ciò che occorre per resistere in una vita che abbia davvero significato è un alto desiderio di vita. Per resistere in questo mondo di guerre, di ingiustizie, di disorientamento sociale e di sofferenze collettive e individuali bisogna alimentare la «Speranza tra noi». Per questo occorre cucire «storie insieme», ed è così che ogni volto, nome o mestiere, diventa una storia, ed ogni storia è un mondo (quello della cinese, quello del mezzadro e dell’ombrellaio, del fabbro e del giardiniere…) e la loro storia di resistenze e di vacillamenti diventa la nostra.
 

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