Giocare è una cosa seria. Viaggio nei segreti del gioco libero è il nuovo libro di Interlinea dello storico e giallista Marco Scardigli, scritto a quattro mani con il neuropsichiatra infantile Maurizio Stangalino (pp. 160, euro 14), in libreria dal 28 maggio, giornata mondiale del gioco, e lanciato dalla casa editrice con un contest sui social dedicato al confronto tra giochi di ieri e di oggi.
«Il bambino che ha giocato continua a vivere nell’adulto e ne influenza pensieri, atteggiamenti, scelte e decisioni» scrivono gli autori nel libro, che parte delle esperienze di giochi di due boomer ed ex compagni di giochi per mettere in relazione i loro passatempi di ieri con gli adulti che sono oggi. Questo viaggio diventa occasione per riflettere su che cos’è il gioco e che cosa può rappresentare per lo sviluppo degli adulti di domani. Il presupposto del libro è anche quello di sfidare i lettori, invitandoli a giocare, sostituendo i loro ricordi personali a quelli degli autori.
Il gioco esplorato in Giocare è una cosa seria è inteso nell’accezione data dal sociologo e antropologo Roger Caillois di gioco libero, cioè non obbligato, separato in termini di spazio e tempo, incerto nello svolgimento nel risultato, improduttivo a livello materiale, sottoposto a regole e realizzato in una realtà fittizia, solitario o in gruppo. Oggetti semplici e quotidiani, senza eccessivo realismo costituiscono gli strumenti di gioco, lasciando all’immaginazione il compito di compensare la semplicità dei giocattoli adoperati, il gioco preconfezionato infatti «per quanto intelligente e stimolante, è privo di tutti quei passaggi mentali di fantasia e spontaneità che rappresentano il seme di ogni scenario creativo».
Pur impegnandosi ad evitare facili confronti tra i giochi di ieri e di oggi, le memorie degli autori rappresentano sicuramente la difesa di un gioco semplice, duttile, flessibile e che può nascere da oggetti e occasioni insospettabili, come testimonia la citazione in esergo della psicologa americana Kathy Hirsh-Pasek: «i migliori giocattoli sono al 90 per cento bambino e al 10 per cento giocattolo. Se il giocattolo è il 90 per cento e il bambino il 10, allora è un problema».
Giocare è una cosa seria. Viaggio nei segreti del gioco libero
Il gioco è una cosa seria, perché giocando ci si prepara alla vita: uno psichiatra infantile e uno scrittore propongono un viaggio affascinante nei loro giochi, alla ricerca dei fili invisibili che legano gli adulti di oggi ai bambini di allora. non è un manuale né tantomeno una raccolta dei “giochi di una volta” ma, tra basi spaziali dietro un divano e scatole di montaggio, tra soldatini o bambole e rudimentali campi di calcio, gli autori presentano un educato grido in difesa del gioco libero, della fantasia e della creatività. Spetterà al lettore fare un confronto con la situazione attuale e tirare le proprie conclusioni.
Marco Scardigli è nato, vive e lavora a Novara. Storico militare, ha pubblicato per Mondadori la trilogia sulle battaglie nella storia d’Italia, per Rizzoli Le grandi battaglie del Risorgimento (2010), per Utet Viaggio nella terra dei morti (2014), Le armi del diavolo (2015) e Il viaggiatore di battaglie (2017). È anche appassionato di gialli e Dada e il mistero dei Topi di Teatro è la quarta avventura con protagonisti Tina, Stoffel e Marchini dopo Celestina. Il mistero del volto dipinto (Mondadori, Milano 2016), Évelyne. Il mistero della donna francese (Interlinea, Novara 2018), secondo al Premio Bancarella 2019, e Tina e il mistero dei pirati di città (Interlinea, (2020). Oltre che di storia e narrativa, è anche appassionato di giochi e di cultura gastronomica (Sorsi. Come farsi una cultura alcolica, con Roberto Sbaratto, Interlinea, Novara 2019).
Maurizio Stangalino, medico, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta, è stato allievo di Marcella Balconi. Ha maturato esperienze formative a orientamento psicodinamico sia nell’ambito della terapia individuale che di gruppo. Svolge da numerosi anni attività clinica specialistica, in ambiente pubblico e privato, con bambini e adolescenti. Collabora con le scuole e con gli enti locali (come consulente alle attività di supervisione educativa) per la realizzazione di progetti nell’ambito delle difficoltà ad apprendere e della prevenzione e cura del disagio nell’infanzia. In ambito scolastico conduce interventi formativi e di aggiornamento scientifico per il corpo docente. Ha sviluppato una lunga esperienza nel campo della psicopatologia adolescenziale, collaborando, in veste di consulente, con strutture terapeutiche e riabilitative che si occupano della presa in carico residenziale e della cura di adolescenti affetti da gravi patologie psichiatriche e comportamentali. Da diversi anni svolge attività di insegnamento universitario. è professore a contratto dell’Università del Piemonte Orientale e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
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