A Veruno un quartetto rivisita tre concept album di De André

«Ogni album è introdotto dallo scrittore e direttore della Fondazione Marazza di Borgomanero Gianni Cerutti, esperto di iniziative sul cantautore: l'anno scorso alla Marazza propose letture dal libro "De André il corsaro" di Fernanda Pivano, Cesare G. Romana e Michele Serra. »
De André il corsaro
di Fernanda Pivano, Cesare G. Romana e Michele Serra
editore: Interlinea
pagine: 56
La cattiva strada «luogo deputato di un’etica corsara, porto franco dove il potere non arriva» (Cesare G. Romana), è quella che Fabrizio De André scelse di percorrere per farsi poeta dei diseredati, puro anarchico, «perché l’anarchico deve cominciare con l’essere buono: ecco queste illusioni molto ottocentesche di credere ancora che c’è qualcuno buono. Fabrizio era un buono, accidenti se era buono» (Fernanda Pivano). Il suo carisma nasceva dall’unicità e dalla lontananza, quasi che le sue canzoni e la sua voce venissero da un altrove. La voce, soprattutto, «costruita attorno alla pronuncia precisa delle parole, attorno all’amore per la parola» (Michele Serra), era ciò che lo rendeva straordinario, anche più delle scelte musicali e degli argomenti di cui cantava.
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