«In fondo, dove nasce il verismo se non nelle pagine di Verga?»

«Carla Riccardi, perché ha intitolato Verga è il verismo il suo ultimo libro?
Il verismo l’ha costruito Verga con la sua opera sin dall’inizio della propria carriera di scrittore. Certo, insieme a Capuana, fondamentale per la parte teorica o, direi, per la poetica. Verga non ha aderito ad alcun verismo preesistente, come si legge ancora in molti manuali e nella saggistica meno avvertita. L’ha creato lui già da Una peccatrice, dove si può parlare di un tentativo di realismo»
Verga è il verismo
di Carla Riccardi
editore: Interlinea
pagine: 328
Si raccolgono qui, scelti all’interno della lunga produzione verghiana dell’autrice, gli studi filologico-critici più rilevanti, rivisti e aggiornati sulla base della bibliografia prodotta negli ultimi decenni, studi che rispondono prima di tutto alla fondamentale domanda: dove nasce il verismo se non in Verga? È ciò che l’autrice dichiara fin dal capitolo iniziale, che vuole giustificare il titolo ma anche ribadire una posizione critica: e se inizialmente lo scrittore è più orientato verso la scrittura dei Dumas tra avventura e feuilleton e il realismo balzachiano, in seguito è sempre più fermo nella ricerca di una via nuova in «un continuo ripensamento della sua funzione di artista in una società nuova, fino ad arrivare all’assassinio di quell’artista da giovane che culmina in Enrico Lanti per trasformarsi nell’analista psicologo delle passioni, nell’anatomo della realtà, che infine non esiterà a negare attraverso i burattinai e burattini di Don Candeloro e C.i»
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