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La poesia di Bianchi va a Parigi

Recensione di: Christopher
20.11.2025
Christopher Da "la Nuova Ferrara" su Christopher di Matteo Bianchi.

«Perchè la poesia per lui non è mai solo un pronunciare e affilare parole, è anche un gioco»

Christopher

di Matteo Bianchi

editore: Interlinea

pagine: 112

Christopher è una raccolta poetica ibrida, dolente e insieme precisa, concepita intorno a tre figure portanti: Christopher Channing (artista queer, attore teatrale, creatura notturna, in bilico tra il nudo e la maschera, tra la lingua inglese e la malinconia parisienne), Roberto Pazzi (il maestro, l’intellettuale esemplare, l’ultimo alfiere di una cultura che rifiuta il consumo e la finzione) e Napoleone Bonaparte (non il generale di Austerlitz, bensì il vinto dell’Elba, il nostalgico rifugiato nella propria disfatta). Tre individui diversi per epoca, postura, linguaggio, eppure accomunati da una stessa fragilità irriducibile, da un’identica quanto ostinata resistenza a scomparire del tutto.

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