L'opera-mito di Pavese tra Dioniso ed Edipo
«Se oggi il mito di Pavese presso le giovani generazioni appare decisamente sfumato rispetto a quanto avveniva negli anni '60 e '70 (soprattutto nella fase della contestazione tra '68 e '77), liberato dalle gabbie troppo restrittive della politica, dell'impegno militante, e sul piano letterario del realismo, lo scrittore può misurare la propria forza su quello che ha ancora da dire sul mondo, sulla vita, sui rapporti tra le persone. È quello che si è proposto di fare un giovane studioso siciliano, Liborio Pietro Barbarino, nel saggio Pavese diverso. Incanto e racconto dai Mari alla Luna (Interlinea, pagine 152, euro 20,00)».
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Pavese diverso
Incanto e racconto dai Mari alla Luna
di Liborio Pietro Barbarino
editore: Interlinea
pagine: 152
Pavese gode di una fortuna critica crescente, incontrando il favore di lettori che non hanno interpretato l’exitus della sua esistenza come un fallimento dell’opera e della vita. Questo libro accantona la pretesa del “dovrebbe essere”, mettendosi in ascolto dei testi e affrontandone i principali nodi ermeneutici attraverso quel peculiare participio di poesia e racconto. Per cercare meglio oltre lo sguardo obliquo di un autore che allo specchio del suo Mestiere di vivere scriveva: «Siamo sinceri. Se ti comparisse davanti Cesare Pavese e parlasse e cercasse di fare amicizia, sei sicuro che non ti sarebbe odioso? Ti fideresti di lui? Vorresti uscire con lui la sera a chiacchierare?»
«Perché Pavese racconta, e quando è così, quando le comunità si stringevano davvero attorno al saggio per sentire, più ardeva il fuoco in quel cerchio, maggiore l’oscurità della selva intorno» (Liborio Barbarino in Pavese diverso, Interlinea 2022)
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