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Il dilemma del male nella cultura tra guerre e social

Il dilemma del male nella cultura tra guerre e social Il dilemma del male nella cultura tra guerre e social
Il dilemma del male nella cultura tra guerre e social

Franco Buffoni firma il pamphlet Nel nome del male: un'indagine sulle origini della malvagità e dell'odio viaggiando tra letteratura, arte e cinema.

Nel nome del male. Da Lady Macbeth a Stanley Kubrick (pp. 176, euro 14, Interlinea) è il titolo del nuovo libro di Franco Buffoni, un'esplorazione sul tema del male, nelle azioni e nel pensiero, dei grandi personaggi della letteratura, da Macbeth ai drughi di Arancia meccanica. Un libro per capire l’odio di oggi tra guerre e social, da Stanley Kubrick ai Gay Pride fino all’attentato del Bataclan, perché, come scriveva Leopardi, «il genere umano non odia mai tanto chi fa il male, né il male stesso, quanto chi lo nomina».

Il quesito posto dall'autore «Perché tanto male? Come giustificare la sofferenza?» trova tante possibili interpretazioni nei capitoli del libro, come la contrapposizione tra le azioni malvage dettate da un scopo, come quelle compiute da personaggi come Lady Macbeth o Jago, e quelle invece dettate da una malvagità "pura" priva di scopo e significato, come l'Alex DeLarge di Arancia meccanica. Ma la sofferenza è anche qualcosa di relativo, che può essere percepita come più o meno sopportabile in rapporto all'esperienza acquisita e alle proprie aspettative, come sostiene Montesquieu: «Tanto più un essere umano è felice quanto minore è la quantità di mali che è costretto a soffrire...».

Il viaggio prosegue attraverso il pensiero di Milton, Manzoni, Coleridge, Baudelaire, D'Annunzio fino a Buñuel. Arrivando alla contemporaneità, prima del capitolo conclusivo dedicato al Bataclan, è emblematica anche la vicenda del pugile Emile Griffith, vittima di una rappresaglia per aver ucciso sul ring il cubano Benny Paret che in precedenza lo aveva attaccato con dichiarazioni omofobe. L'ex campione del mondo nel 2005 partecipa al Gay Pride e in un'intervista dichiara: «Se uccido un uomo tante persone capiscono e mi perdonano. Se invece amo un uomo, per molti questo resta un crimine imperdonabile. È allora che divento cattivo. Per questo, anche se non sono mai stato fisicamente in prigione, è come se fossi rimasto in cella per quasi tutta la vita».

 Nel nome del male. Da Lady Macbeth a Stanley Kubrik
«Il genere umano non odia mai tanto chi fa il male, né il male stesso, quanto chi lo nomina» ha scritto Leopardi. Questo libro, che arriva fino all’attentato del Bataclan e alla tragedia delle guerre attuali, si apre con il gioco perverso tra Macbeth e Lady Macbeth: chi osa di più nel proporre la realizzazione di un male sempre maggiore; e chi crollerà per primo. Dal rapporto, fino allo sfacelo, tra Rimbaud e Verlaine, agli estremi malvagi di Ivan Karamazov: «ma Dostoevskij sarebbe stato troppo geometricamente teorico per questo libro: così siamo riusciti, non senza fatica, a tenerlo lontano, senza cedere alla tentazione di metterlo al centro della riflessione, facendoci da lui dettare la linea».

Franco Buffoni ha pubblicato Suora carmelitana (Guanda 1997, 20192), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000, 20232), Guerra (Mondadori 2005), Noi e loro (Donzelli 2008), Roma (Guanda 2009). L’Oscar Poesie 1975-2012 (Mondadori 2012) raccoglie la sua opera poetica. Con Jucci (Mondadori 2014) ha vinto il premio Viareggio. In seguito sono apparsi Avrei fatto la fine di Turing (Donzelli 2015), La linea del cielo (Garzanti 2018, premio Carducci-Pietrasanta), Betelgeuse e altre poesie scientifiche (Mondadori 2021). È autore dei romanzi Più luce, padre (Sossella 2006, premio Matteotti), Zamel (Marcos y Marcos 2009), Il servo di Byron (Fazi 2012), La casa di via Palestro (Marcos y Marcos 2014), Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos 2016, Premio Alessandro Tassoni), Due pub tre poeti e un desiderio (Marcos y Marcos 2019), Silvia è un anagramma (Marcos y Marcos 2020), Vite negate (Fve 2021), Il Gesuita (Fve 2023). Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2022). Nella collana “Le parole della poesia” di Vallecchi ha pubblicato il saggio Giustizia (2023).
Per Interlinea si occupa della collana “Lyra giovani” e ha pubblicato i libri di poesia Theios (2001) e O Germania (2015) e i saggi Con il testo a fronte. Indagine sul tradurre e l’essere tradotti (2005, 20162), Gli strumenti della poesia (2020), La traduzione del testo poetico tra XX e XXI secolo (2021), Invettive distopie (2023). Il sito dell’autore è www.francobuffoni.it

Nel nome del male

Da Lady Macbeth a Stanley Kubrick

di Franco Buffoni

editore: Interlinea

pagine: 176

«Il genere umano non odia mai tanto chi fa il male, né il male stesso, quanto chi lo nomina» ha scritto Leopardi. Questo libro, che arriva fino all’attentato del Bataclan e alla tragedia delle guerre attuali, si apre con il gioco perverso tra Macbeth e Lady Macbeth: chi osa di più nel proporre la realizzazione di un male sempre maggiore; e chi crollerà per primo. Dal rapporto, fino allo sfacelo, tra Rimbaud e Verlaine, agli estremi malvagi di Ivan Karamazov: «ma Dostoevskij sarebbe stato troppo geometricamente teorico per questo libro: così siamo riusciti, non senza fatica, a tenerlo lontano, senza cedere alla tentazione di metterlo al centro della riflessione, facendoci da lui dettare la linea».

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