Se la poesia non è finita è anche grazie a noi giovani
Da "La Repubblica - Milano", intervento di Marco Corsi autore di Pronomi personali
«Se da sempre la scrittura si alimenta di studio e di vita, la mia generazione è in grado di dare ampia prova, nel primo caso, che ha letto per intero Luzi e Zanzotto - cosa per cui oggi qualcuno ci accusa di inadempienza -, che è addirittura in grado di citare a memoria Vittorio Sereni o Amelia Rosselli, che cerca di mettere in atto l'insegnamento di poeti come Giovanni Raboni e Antonio Porta. Esempi concreti di un'officina poetica sempre protesa verso l'esterno, al di là di qualunque personalismo.
La mia generazione frequenta i poeti che appartengono alla tradizione e si spinge oltre, fino ai più recenti, da Cucchi a De Angelis, da Buffoni a Anedda, e guarda con attenzione a ciò che succede al di fuori dall'Italia»
«Se da sempre la scrittura si alimenta di studio e di vita, la mia generazione è in grado di dare ampia prova, nel primo caso, che ha letto per intero Luzi e Zanzotto - cosa per cui oggi qualcuno ci accusa di inadempienza -, che è addirittura in grado di citare a memoria Vittorio Sereni o Amelia Rosselli, che cerca di mettere in atto l'insegnamento di poeti come Giovanni Raboni e Antonio Porta. Esempi concreti di un'officina poetica sempre protesa verso l'esterno, al di là di qualunque personalismo.
La mia generazione frequenta i poeti che appartengono alla tradizione e si spinge oltre, fino ai più recenti, da Cucchi a De Angelis, da Buffoni a Anedda, e guarda con attenzione a ciò che succede al di fuori dall'Italia»
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Pronomi personali
di Marco Corsi
editore: Interlinea
pagine: 128
Marco Corsi, promessa della poesia italiana secondo Franco Buffoni, inaugura la serie “Lyra giovani”: «lavoriamo per giorni sopra le parole; da giorni lavoriamo silenziosi intorno al nero. […] disegniamo immagini nere e silenziose. Lavoriamo di silenzio e di nero. Un nero che sembra la notte».
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