“Suite Etnapolis”: il centro commerciale come metafora del contemporaneo
«In che modo un luogo così sterile e impersonale si trasforma in poesia?
Credo che la poesia sia l’esatto opposto dell’iperuranico e non debba essere distante dalla quotidianità. Il mio sforzo è stato quello di portare la poesia in basso per raccontare qualcosa che sembra apparentemente non avere nulla a che fare con questa. Parlare di Etnapolis attraverso un poemetto mi ha permesso di scardinare alcuni gambi del centro commerciale, come le voci degli altoparlanti. Mentre scrivevo ho cominciato a riflettere ad esempio sul fatto che le voci maschili invitano sempre ad uscire, mentre sono quelle femminili che accolgono i clienti. Mi piaceva che la poesia riuscisse a spiegare a me stesso e al mio lettore la complessità di un mondo apparentemente semplice e banale, mentre mi proteggeva contemporaneamente come uno scudo da quella grettezza.»Suite Etnapolis
di Antonio Lanza
editore: Interlinea
pagine: 128
Quando la poesia nasce da un centro commerciale.
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