Verismo in versi, più provocazione che lirica

«Di Verismo le storie letterarie parlano pressoché esclusivamente a proposito della narrativa. Pochi sanno che, in realtà, il termine "verismo" fu inizialmente applicato alla poesia. Questo perché "mentre la prosa (...) ha potuto fregiarsi di un'articolata riflessione teorica (...), l'istanza realistica applicata alla lirica non ha conosciuto una codificazione concettuale". Lo scrive Giuseppe Iannaccone che, per i tipi di Interlinea, ha allestito un'originalissima antologia della poesia verista italiana: Letto, latrina e cantina (da oggi in libreria). La trivialità del titolo deriva da una celebre espressione con cui Felice Cavallotti riassumeva i temi dominanti di certa poesia secondoottocentesca: "il letto, il cataletto, la latrina e la cantina".»
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Letto, latrina e cantina
La poesia verista in Italia
a cura di Giuseppe Iannaccone
editore: Interlinea
pagine: 280
«Una celebrazione della vita terrena e dell’amore carnale»: così Benedetto Croce ha definito la lirica “verista” che alla fine dell’Ottocento mira a rappresentare la realtà senza ipocrisie, compiacendosi di descrivere situazioni disgustose, amori mercenari, sentimenti triviali, insomma gli aspetti più scabrosi della quotidianità. Per la prima volta sono raccolti in un’antologia i versi di autori noti, meno noti e sconosciuti, protagonisti di una tendenza poetica finora ignorata o appena citata nelle storie letterarie. Come ribadito da Croce, è «un punto di rivolgimento nella storia della poesia italiana». Testi e schede di Francesco Cimmino, Corrado Corradino, Gabriele ’Annunzio, D’ernano, Carlo De Lieto, Ferdinando Fontana, Pier Enea Guarnerio, Olindo Guerrini, Domenico Milelli, Enrico Onufrio, Girolamo Ragusa Moleti, Vittorio Salmini, Antonio Scano, Giacinto Stiavelli, Ulisse Tanganelli e Felice Giacomo Vitale.
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