Un inedito Testori e una nuova edizione del libro di Cànopi
Anna Maria Cànopi è una delle maggiori figure della spiritualità di oggi, anche a livello internazionale. Badessa del monastero benedettino di clausura sull’isola di San Giulio, si guarda indietro e decide di raccontare la storia della sua vita e della sua vocazione: «La parola di madre Cànopi dall’oasi della memoria e da quell’oasi del suo presente che è il piccolo paradiso monastico sul lago d’Orta si rivolge all’umanità intera. Parla con amore e dolcezza ma anche con intensità e certezza a quella “crisalide divina” che è racchiusa nel “bozzolo del mistero”…» (Gianfranco Ravasi).
Tra il 1943 e il 1944 Giovanni Testori, da sempre affascinato dal teatro popolare delle compagnie “scarrozzanti” per i paesi della Lombardia, scrive uno dei suoi primi testi teatrali, Cristo e la donna: tre atti in cui si ritrova l’idea del teatro che da rappresentazione si fa vita e coinvolge gli spettatori. In un’avvertenza iniziale infatti Testori auspica per il suo testo non una rappresentazione in teatro, ma lungo le strade, come avveniva per le sacre rappresentazioni. È una religiosità inquieta, drammatica, quella che interessa a Testori che, con questo testo teatrale, finora inedito, compie il primo “corpo a corpo” letterario con la figura di cristo, nella certezza che «Cristo è Dio che ha fatto irruzione nel fallimento».
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