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Antonella Anedda, le piante di Darwin e i topi di Leopardi Tommaso Lisa

24.08.2022
Le piante di Darwin e i topi di Leopardi Da "Doppiozero", Tommaso Lisa su Le piante di Darwin e i topi di Leopardi di Antonella Anedda

«Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Novara, Interlinea, 2022) di Antonella Anedda ha come oggetto l’analisi filologica e comparatistica dei testi di Erasmus Darwin (1731-1802) nell’opera di Giacomo Leopardi (1798-1837). I topi cui fa riferimento il titolo sono infatti quelli della Batracomiomachia, mente le piante sono quelle di Gli amori delle piante, unica parte tradotta in italiano di The Botanic Garden (1789) di Erasmus. Edito nella serie “Il profilo delle parole”, curata da Franco Buffoni e Roberto Cicala, il piccolo e compatto volume è un libro di critica d’autore che non si limita solo ad analizzare quanto Leopardi sia stato accorto lettore delle traduzioni delle opere di Erasmus, ai tempi assai diffuse. A partire da quest’incontro testuale infatti, con strumenti filologici che ricostruiscono la discendenza dalle opere presenti nella biblioteca di Monaldo – da Lucrezio a Galileo, fino a Hume – Anedda mostra quanto Leopardi sembri essere sul punto di anticipare la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin (1809-1882) in L’origine delle specie (1859).»

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Le piante di Darwin e i topi di Leopardi

di Antonella Anedda

editore: Interlinea

pagine: 304

Tra natura e letteratura questo libro è il racconto appassionato di un confronto tra idee, parlando di animali e di tre autori: Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Come ha scritto Osip Mandel’stam dei naturalisti, leggerli può spalancare nella nostra vita una radura e, in particolare, «leggere Darwin ci rende attenti, la sua sete di esperienza lo rende affidabile come un reporter sul campo». In queste pagine si svela come riscoprire Leopardi in chiave naturalistica ha un significato particolare per «capire che siamo fragili, caduchi. Infatti quando Leopardi scrive La ginestra ha imparato davvero a morire, il suo riso è diventato una forma di bontà, ridendo nello stesso modo di sé, prima che degli altri».

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