La guerra, il sessismo Donne afghane La poesia è l'arma contro la violenza

Da "Il Mattino - Caserta", Emanuele Tirelli su Stupro di guerra di Mariastella Eisenberg, Rosanna e Oliva De Conciliis
«Prima in Veneto, poi in Campania. Anzi, a Capua. Quella di giovedì pomeriggio sarà una staffetta per l'edizione speciale di "100 Thousand Poets for Change", il movimento artistico internazionale che si manifesta ogni anno con una serie di eventi n tutto il mondo: l'ultimo sabato di settembre o nei giorni immediatamente precedenti o successivi.»
«Prima in Veneto, poi in Campania. Anzi, a Capua. Quella di giovedì pomeriggio sarà una staffetta per l'edizione speciale di "100 Thousand Poets for Change", il movimento artistico internazionale che si manifesta ogni anno con una serie di eventi n tutto il mondo: l'ultimo sabato di settembre o nei giorni immediatamente precedenti o successivi.»
Stupro di guerra
di Mariastella Eisenberg
editore: Interlinea
pagine: 72
Lo stupro di guerra è arma antica che continua ad essere usata sotto ogni cielo e con continuità, vittime le donne, e non solo; soprattutto non una sola volta, perché il frutto della violenza le costringe a negarsi come madri diventando matrigne della propria carne. Questo è, forse, l’aspetto più atroce della violenza subita, rivederla continuamente nell’innocenza dei figli partoriti, incolpevoli e colpevoli di esistere. Ecco il tema del libro di Mariastella Eisenberg, declinato nell’antichità attraverso Andromaca, già sposa di Ettore e madre di Astianatte, e poi come schiava di Pirro madre di Molosso; fino ai giorni nostri attraverso Amina, vittima di Boko Haram e madre anch’ella di una bambina senza nome.
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