Se il presepe racconta di noi
Prima curiosità: come nasce l'idea del presepe?
«Anche su di una persona laica come lo sono io, il presepio ha sempre esercitato un fascino tutto particolare. Quante vite, quante storie in quelle statue, non tanto e non solo in quelle dei protagonisti, Giuseppe, la Madonna,
i Magi, ma più che altro in quelle dei comprimari: che ci facevano su quella scena storica, cosa pensavano? Avranno diffidato di quei nuovi arrivati, poveri in canna, viaggiatori in condizioni disperate? 0 saranno stati istintivamente
solidali? Su questo si è innestato un secondo pensiero: oggi quelle statue, quegli oggetti, sono ovviamente parte di una finzione scenica - un po' come fossero degli attori su di un palcoscenico. E allora mi ha divertito immaginare sentimenti di personaggi di una recita che genera un ovvio entusiasmo - è la storia delle storie - ma che per sua natura va in scena solo un mese all'anno. E gli altri undici? Mica facile, stare il 90% del tuo tempo chiusi una scatola,
non credete?».
Vite da presepe
di Andrea Kerbaker
editore: Interlinea
pagine: 128
Aprire questo libro è come trovarsi nel bel mezzo di una notte di dicembre, quando le statuine di un presepe di casa narrano la propria storia. Sono piccole tranches de vie che non assomigliano affatto all’agiografia del presepe spesso retorica e buonista. C’è “la pecorella sbagliata”, che arriva da un gioco per bambini e irrompe in mezzo alle eleganti colleghe del presepe, il ladro destinato a incontrare Gesù, la statuina del panettiere con troppo fiuto per gli affari, le lavandaie con le loro storie, il re mago destituito e persino un postino. Ironia e tenerezza fanno assaporare, in una lettura che non ha fretta, il gusto dolce, antico e sempre nuovo, del Natale, con molti spunti di attualità.
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