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Elena Rondena

Elena Rondena
autore
Interlinea
Elena Rondena (Magenta 1979) si è laureata in Lettere moderne nel 2004 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze storiche, filologiche, letterarie dell’Europa e del Mediterraneo nel 2008, nella medesima università. Si è già occupata a più riprese di letteratura concentrazionaria, intervenendo su questo tema in diversi convegni e pubblicando i seguenti articoli: Uno scrittore nel lager: Aldo Carpi, nel volume miscellaneo «Le loro prigioni»: scritture dal carcere, Atti del colloquio internazionale (Verona 25-28 maggio 2005), a cura di Anna Maria Babbi e Tobia Zanon, Fiorini, Verona 2007; Il romanzo concentrazionario, nel volume miscellaneo Le forme del romanzo italiano e le letterature occidentali dal Sette al Novecento, Convegno annuale MOD, anno X (Padova-Venezia 4-7 giugno 2008), a cura di Simona Costa e Monica Venturini, ETS, Pisa 2010; Il lager: l’organizzazione scientifica della città infernale, nel volume miscellaneo La città e l’esperienza del moderno, Convegno annuale MOD, anno XII (Milano 15-18 giugno 2010), a cura di Mario Barenghi, Giuseppe Langella e Gianni Turchetta, ETS, Pisa 2012; Letteratura e deportazione, in “Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica”, XXXI (2011), 60, luglio-dicembre, pp. 105-113. Collabora dal 2004 con il Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con il periodico trimestrale “O.B.L.I.O.” (Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-Novecentesca).

Titoli dell'autore

La letteratura concentrazionaria

Opere di autori italiani deportati sotto il nazifascismo

di Elena Rondena

editore: Interlinea

pagine: 292

È possibile scrivere sulla deportazione? Non è più auspicabile il silenzio? A tali interrogativi intende dare risposta questo libro, che viene a colmare un vuoto critico e storiografico teorizzando, nella prima parte, il canone della “letteratura concentrazionaria”, della cui ricchezza dà prova la rosa delle ventuno opere degli autori italiani, per lo più sconosciuti, proposte nella seconda parte. La suddivisione per generi (saggio, diario, lettere, racconto, autobiografia, romanzo, poesia), inoltre, propone gli strumenti per un’analisi che ne rivendica il valore eminentemente letterario. Si può pertanto avvalorare il giudizio che l’ex internato Andrea Bianco espresse sul settimanale “Deportazione” nel 1946: «È vero, come dicevano i nostri maestri, che quando un sentimento riesce a dar vita ad una poesia, ad un romanzo, ad una commedia, riesce in una parola a fare letteratura, essa ha radici profonde nell’animo umano e non può quindi essere una passione labile e caduca, ma è destinata a germogliare, a dare frutti sempre più belli».
 

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