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Antonio Ferrara racconta la strage dell'Hotel Meina ai ragazzi di oggi

Antonio Ferrara racconta la strage dell'Hotel Meina ai ragazzi di oggi Antonio Ferrara racconta la strage dell'Hotel Meina ai ragazzi di oggi
Antonio Ferrara racconta la strage dell'Hotel Meina ai ragazzi di oggi
In occasione del giorno della Memoria, Le rane di Interlinea pubblicano La guerra di Becky, scritto e illustrato da Antonio Ferrara, che narra ai ragazzi di oggi l'eccidio del lago Maggiore.  Si tratta della prima strage di ebrei perpetrata dai nazisti in Italia, una strage di inaudita violenza ed efferatezza. Protagonista e narratrice della storia è Rebecca Behar, detta Becky, una bambina di tredici anni che è anche l'unica testimone sopravvissuta, insieme alla sua famiglia, alla strage, e che da adulta ha girato per tutta Italia raccontando la sua storia. L'episodio, avvenuto nel settembre del 1943 poco dopo l'armistizio, è poco noto ai più e merita di essere riportato alla memoria. 

«Ricordare è un verbo che ha un'etimologia latina», racconta Antonio Ferrara, «che vuol dire restituire al cuore, perché i latini erano convinti che la sede della memoria fosse il cuore. Io l'ho presa alla lettera. In questo libro io tento, con un linguaggio lieve che prova qualche volta a essere intenso, a raccontare la strage del lago Maggiore attraverso la voce e gli occhi di Becky, una ragazzina di tredici anni».

Il libro è composto da capitoli brevi ma pregnanti, all'inizio leggeri e gioiosi, come quando Becky racconta dell'amicizia con Johnny Fernandez, o del suo cagnolino: «Per consolarmi il papà mi ha regalato un cagnolino. L’ho chiamato Tobi. È simpatico, si fa coccolare, gioca sempre con me. E poi qui ho conosciuto tanti nuovi amici, tanti ragazzi come me. Nel cortile dell’albergo giochiamo a guardie e ladri, a nascondino, saltiamo la corda. A volte i genitori ci danno i soldi per andare al cinema a Novara, e allora ci andiamo tutti insieme, e andare a Novara è la cosa che mi piace di più».
«Sto bene con tutti loro, ma il mio migliore amico è Johnny, Johnny Fernandez, che è più grande di me di qualche anno. È qui con i suoi genitori, i suoi fratelli e il nonno. È simpatico e sorride sempre, mi parla spesso del suo sogno di rimanere qui in Italia, perché l’Italia gli piace tanto».

Man mano che la storia procede, però, il lettore avverte sempre di più la minaccia incombere, fino ad arrivare alla scoperta dei cadaveri che galleggiano nel lago: «Sono una bambina perduta, sono il mio cagnolino rimasto solo. E intanto sento dentro di me una vocina che dice: coraggio, Becky, coraggio, vedrai che un giorno verrà fatta giustizia».

Il testo del libro è scandito ma moltissime illustrazioni, a firma di Antonio Ferrara, che qui è illustratore e autore: «Ho voluto illustrare questa storia su fogli macchiati, sporchi, vissuti. Come se fossero sofferti, antichi. Come se conservassero la sedimentazione della storia e dei vissuti dolorosi della protagonista».

Nelle ultime pagine del libro possiamo anche scoprire il seguito della storia, con i processi che pur riconoscendo i colpevoli non hanno condannato nessuno, per diversi motivi: prescrizione dei reati o rifiuto dell'estradizione. Rimane dunque a noi il compito di non dimenticare, e continuare a raccontare la storia di quelle famiglie e della piccola Becky, perché possano trovare giustizia nei nostri cuori.
Tag:

La guerra di Becky

L’Olocausto del lago Maggiore

di Antonio Ferrara

editore: Interlinea

pagine: 80

1943: per sfuggire ai bombardamenti su Milano, la piccola Becky e la sua famiglia si trasferiscono a Meina, sul lago Maggiore, dove il padre ha un albergo. Tratto da una storia vera.

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