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In un’intervista del 1991 Attilio Bertolucci dichiarava su Fernanda Romagnoli: «è una poetessa che è morta e non ha ancora avuto quello che merita». "Nuova corrente" dedica il numero 161 a questa autrice.
Continua >Le Associazioni culturali aronesi con questo volume dedicato alla chiesa di Santa Maria di Loreto o di Santa Marta hanno voluto contribuire alla valorizzazione di uno dei beni più importanti e cari della città di Arona.
Continua >«Arriverà con l’impegno comune il giorno non lontano nel quale tutti noi diremo grazie a rabbia e a orgoglio, trasformati in energia positiva per la ripresa del sistema Paese». Gli editoriali dell'"Imprenditore".
Continua >Vario per argomenti e ambiti cronologici, questo numero di “Autografo” trova unità nel taglio metodologico delle ricerche, attente ai riscontri testuali e ai fatti di lingua e stile.
Continua >Il nuovo numero 47 della rivista di storia della chiesa novarese sarà presentato a Novara il 30 giugno alle ore 17 in Duomo (Cappella del Lanino), con visita guidata finale all’antico Oratorio di San Siro.
Continua >Una guida d’autore al lago d’Orta che si legge come un libro di racconti, da Nietzsche a Gianni Rodari. Laura Pariani e Nicola Fantini accompagnano il lettore con citazioni letterarie tra la piazzetta, la salita al Sacro Monte, il cimitero e i dintorni
Continua >Una raccolta di testimonianze donne che, aiutate dai Centri di Aiuto alla Vita (Cav) e dal proprio coraggio, hanno deciso di non abortire (e altre no). Presentazione in Clinica Mangiagalli, Milano, il 3 luglio alle 18.
Continua >Il caso editoriale esploso sui social e ripreso da "Repubblica" di un nostro libro, Dolore minimo, attaccato su Facebook. La replica dell'autrice: "L'amore per la vita è il modo migliore di rispondere all'odio"
Continua >Oggi Dylan gioca a fare il dottore. Si dà un gran daffare a prendersi cura di tutti i suoi amici. Ma chi si prenderà cura del povero Dottor Dylan? Tutti i suoi amici, naturalmente! Un successo internazionale in una nuova serie "Le rane extra"
Continua >«Strappami la lingua madre poi / avvicina la tua bocca alla mia», invita Julian Zhara dal suo bar alla Giudecca dove impasta la lingua della quotidianità (l’italiano) con quella dell’inconscio (l’albanese).
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