Invettive e distopie
«[Esce domani per Interlinea Invettive e distopie, un saggio di Franco Buffoni di cui presentiamo questo estratto in anteprima e l’indice generale].
Su Dante, Cecco, Marsilio. E Lorenzo
Se, come scrive Contini, la poesia italiana sarebbe perfettamente riconoscibile senza Dante, ma non senza Petrarca, configurando nel secondo il vero motore di una secolare tradizione, possiamo affermare che la poesia italiana nasce nella giurisprudenza. Petrarca stesso, infatti, ci ricorda i suoi studi giuridici nella Canzone 360 intitolata Quel’antiquo mio dolce empio signore: “Questi in sua prima età fu dato a l’arte / Da vender parolette, anzi menzogne…”. La stessa canzone narra di un processo fittizio intentato ad Amore dinanzi al Tribunale della Ragione».
Se, come scrive Contini, la poesia italiana sarebbe perfettamente riconoscibile senza Dante, ma non senza Petrarca, configurando nel secondo il vero motore di una secolare tradizione, possiamo affermare che la poesia italiana nasce nella giurisprudenza. Petrarca stesso, infatti, ci ricorda i suoi studi giuridici nella Canzone 360 intitolata Quel’antiquo mio dolce empio signore: “Questi in sua prima età fu dato a l’arte / Da vender parolette, anzi menzogne…”. La stessa canzone narra di un processo fittizio intentato ad Amore dinanzi al Tribunale della Ragione».
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Invettive e distopie
di Franco Buffoni
editore: Interlinea
pagine: 244
Qual è l’esperienza della lettura nella nostra società tra invettive e distopie, guerre e sovranismo, censure e reticenze, omofobia e stato di diritto? Dalla Ferrara degli Estensi all’Inghilterra di Huxley e Orwell, Franco Buffoni propone un personalissimo viaggio nella letteratura e nella cultura perché «il nostro Paese ha bisogno come il pane di una normalizzazione delle reazioni emotive di fronte alla non univocità del desiderio amoroso». Così gli scrittori, da Dante a Pasolini, aiutano nella ricerca del senso profondo non soltanto di un libro ma di un’intera esistenza.
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