La rivincita dell'imprevedibile

«Che cosa si chiede attualmente alla scienza? Che ci dia tutto, che ce lo dia sempre e che ce lo dia subito. Ma questo solo la magia è in grado di prometterlo. Gli scienziati stessi lo sanno bene, il principio di falsificazione è il loro principale strumento di lavoro, le loro ricerche richiedono tempi lunghi e prolungata prudenza. Queste caratteristiche, però, sono del tutto ignorate dall'opinione pubblica, per la quale la scienza ha già pronta la risposta. La quale, a sua volta, per essere davvero scientifica, dev'essere assolutamente certa.»
Lo scandalo dell’imprevedibile
Pensare l’epidemia
di Silvano Petrosino
editore: Interlinea
pagine: 80
«L’epidemia che ci ha colpito si è manifestata con la violenza dell’imprevedibile» eppure prevedere e decidere il proprio benessere è oggi tra le condizioni principali della nostra società. Uno dei filosofi attuali più lucidi riflette sul dramma del coronavirus a partire dalle parole che usiamo per spiegare questo evento e le sue conseguenze: perché il “futuro” è diverso dall’“avvenire”, il “mondo” dal “reale”, la “scienza” dagli “scienziati”, l’“ottimismo” dalla “speranza”, ma anche perché la modalità del “morire” ci ha atterrito più della “morte” in sé, fino a comprendere che l’autentica “libertà” non consiste nel fare ciò che si vuole. Come ci ha cambiato l’epidemia? Che cosa possiamo fare per non farci sopraffare? «dovremmo essere più seri nel vivere il tempo, che non è mai solo il “nostro tempo”, il tempo delle nostre “urgenze private”», afferma l’autore indicando un atteggiamento per il “dopo” e citando La peste di Camus: «bisogna restare, accettare lo scandalo, cominciare a camminare nelle tenebre e tentare di fare il bene».
Inserisci un commento